Politica
La Raggi attacca Gualtieri mentre Conte cerca la Schlein
L'ex sindaca: "Gualtieri ha solo tagliato nastri di opere". La maggioranza capitolina contrattacca: "Lei è surreale"
Raggi contro Gualtieri, Pd in difesa: "Lei è surreale"
Virginia Raggi proprio non si rassegna ad essere stata considerata dagli elettori uno dei peggiori sindaci che Roma abbia mai avuto e che l’hanno relegata all’ultimo posto alle scorse amministrative. E così non trova di meglio, ora che guida una striminzita opposizione, di attaccare il sindaco Gualtieri un giorno sì e l’altro pure. Così ieri è uscita una sua intervista a RomaToday che lascia attoniti, basiti e perplessi, nonché abbastanza indignati.
Inizia con un colpo basso di poco fair play: "In molti dicono che questa città un sindaco non ce l'abbia" e poi ancora sulle periferie "Io ci andavo, parlavo e parlo con le periferie". Come San Francesco con gli uccelli. “Purtroppo”, ci sarebbe da aggiungere. L’ex sindaca è un fiume in piena: "È finita la luna di miele. Io ho avuto 15 giorni, lui due anni. Ora le persone sono stanche delle promesse non mantenute".
“Lui” –per la cronaca- è sempre l’ex ministro che sulla carta sarebbe pure un suo alleato. E ancora: “È la Roma che vedono tutti. Basta scendere in strada, guardare e chiedere ai cittadini. In tanti si lamentano”. Ricordando il passato, ci sarebbe da aggiungere. Non contenta insiste sui rifiuti, un tema per cui è diventata tristemente famosa a livello mondiale: “È stato Gualtieri a promettere la città pulita entro Natale del 2021. Penso che la città sia sporca e che inevitabilmente la Tari crescerà tantissimo: tutti i costi per l’invio dei rifiuti fuori regione li pagheremo noi cittadini”. Quindi ammette di aver lasciato una città lercia.
Una perla è poi questa: Domanda: “Spesso si sente dire da questa amministrazione che hanno riavviato una macchina ferma durante i suoi anni. Che effetto le fa?”.
Risposta: “Mi sembra una scusa per la loro inerzia. Non stanno facendo nulla. Ho lasciato una macchina che finalmente stava iniziando a muoversi. Se fosse ferma, Gualtieri coerentemente dovrebbe smetterla di andare in giro ad inaugurare opere che ha avviato la mia amministrazione. O vuol far credere che sono sue le gare avviate tre anni fa? I primi due anni di mandato, Gualtieri ha solo tagliato nastri di opere che non ha fatto. Sono stati proprio i cittadini a ricordargli che non era tutto frutto del suo lavoro. Davvero imbarazzante. Vedremo nei prossimi anni, perché questi sono i tempi dell’amministrazione, se ha fatto qualcosa”. Davvero imbarazzante questa contesa infantile su chi ha “avviato prima”.
LEGGI ANCHE: Virginia Raggi sogna le Europee: la giungla di Roma non le è bastata
Ricordiamo che la Raggi è stata brutalmente punita dai romani che l’hanno relegata all’ultimo posto tra i candidati alle ultime elezioni amministrative, quelle appunto vinte dall’attuale sindaco Gualtieri. L’hanno punita per quello che ha fatto ma soprattutto non ha fatto per la Capitale. Strade dissestate con buche degne di Beirut, trasporti sgangherati con bus che andavano a fuoco, raccolta differenziata al palo, opposizione ideologica al termovalorizzatore che ha portato Roma ad essere assediata da una valanga di rifiuti maleodoranti che ci hanno fatto finire in prima pagina del New York Times, invasioni di animali selvatici come cinghiali, serpenti, uccelli predatori, topi giganti, zanzare e chi più ne ha più ne metta, attratti dai rifiuti lasciati all’aperto dall’Ama, una girandola di consiglieri ed assessori che cambiavano in continuazione.
Un ultimo “regalino” della Raggi sono poi le inutili piste ciclabili che sono diventate un vero problema per la sicurezza dei romani: hanno tolto spazio alle strade e costretto i cittadini a guardarsi di continuo le spalle da ciclisti sparati a tutta velocità. Ne è un esempio la contestata ciclabile di Torrino - Eur e quella di Ostia. Tacciamo poi il noto “complotto dei frigoriferi” e i progetti di improbabili teleferiche e il mitico “Stadio della Roma” per cui da poco ci sono state condanne per oltre cento anni di carcere per gli imputati.
Oggi la risposta durissima, sempre su RomaToday, dell’intero gruppo Pd romano. Ad esempio la presidente del Pd Lazio Giulia Tempesta, anche lei consigliera capitolina non le manda a dire: "Nessuno ha memoria di un risultato peggiore ottenuto da un Sindaco uscente rispetto quello della Raggi, così come nessuno ha memoria di una città come quella lasciata dall'ex Sindaca. Strade colabrodo, cumuli di rifiuti ad ogni angolo della capitale, bus in fiamme, questa è l'eredità che ci ha lasciato la Raggi. Le parole dell'ex Sindaca, quelle sì, sono davvero al limite dell'imbarazzo e tese soltanto a gettare fango su un lavoro che, evidentemente, lei non è riuscita a portare avanti. La Raggi passava il suo tempo ad alimentare una propaganda su azioni irrilevanti o inesistenti per i cittadini tanto che, alla prova dei fatti, quando hanno dovuto giudicarla, è stata bocciata sonoramente arrivando anche dietro Calenda. Consiglierei all'ex Sindaca di planare dolcemente per evitare di farsi male quando deciderà di scendere da Marte".
Ma perché la sindaca si è fatta risentire proprio ora? Probabilmente gioca il fatto che si è vicini alla designazione di Expo 2030 e sta mettendo le mani avanti per capitalizzare il suo formale ruolo di Presidente. Infatti Virginia Raggi è presidente del Comitato per Roma Expo 2030, anche se - fortunatamente - il Pd non le sta facendo toccare palla. Ma lei insiste e non demorde. A luglio è riuscita addirittura ad intrufolarsi da Papa Francesco che le ha concesso una udienza ufficiale in virtù di vetuste consonanze peroniste. La Raggi da qualche tempo - in piena conversione mistica - si è infatti riavvicinata alla Chiesa cattolica perorandone la posizione contro il cosiddetto “utero in affitto”, anche in opposizione alla maggioranza del suo stesso partito, ridivenuto ora - per opportunità - laico. “Bruxelles - è il caso di dirlo - val bene una messa”.
Ma la cosa che meraviglia è che la Raggi attacchi frontalmente Gualtieri e il Pd in un momento in cui a livello nazionale il “campo largo” torna di moda dopo aver vinto a Foggia. Dati i suoi precedenti burrascosi con Conte non è da escludere che si tratti di una mossa per indebolirlo o comunque ostacolarlo. Resta il fatto che la Raggi ora non è più solo un problema dei romani ma lo è anche dei Cinque Stelle e dei suoi alleati del Pd.
LEGGI ANCHE: Roma Expo 2030, Raggi assente a Parigi: che senso ha tenerla presidente?