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La Russa scomodo per la maggioranza. Meloni prova a frenarlo, ma...

di redazione politica

Le parole del presidente del Senato hanno irritato anche Mattarella

FdI, con Ignazio Meloni ha una sovranità limitata

Lo consideravano autorevole, ma ora è ingombrante. Eppure lo devono tenere al suo posto. Inamovibile, ma sicuramente scomodo. Ignazio La Russa ne fa tante, troppe. Come scrive La Stampa, ripresa da Dagospia, nel suo partito lo sanno e da tempo hanno organizzato una sorta di sistema d’emergenza che si attiva a ogni sparata del senatore. Per Giorgia Meloni, sin dai giorni della fondazione di Fratelli d’Italia, Ignazio è stato una guida utile e a tratti decisiva, apriva porte e all’occorrenza sapeva anche sbatterle, ma in questa fase la sua figura sta diventando, ad ascoltare il dibattito interno a FdI, più un problema che un sostegno.

La questione La Russa è seria, anche perché, a differenza di ministri e sottosegretari, il presidente del Senato resterà tale per tutta la durata della legislatura, a modo suo. E il timore di molti in via della Scrofa è che il vero obiettivo delle inchieste su Daniela Santanchè possa essere proprio lui, da sempre legato alla ministra del Turismo, per motivi politici, professionali e anche di amicizia. La riunione con i legali dell’imprenditrice, nella quale il presidente del Senato avrebbe dispensato consigli sulla strategia legale, ma di fatto anche quella politica, rende manifesto un conflitto se non di interessi, per lo meno di ambiti.

Meloni lo sa e ha provato ancora una volta ad appellarsi al buon senso, se non alla disciplina istituzionale: «Non parlare più». Il riferimento è al caso giudiziario che coinvolge il figlio Leonardo Apache, quando La Russa ha, attraverso una nota, espresso dubbi sulla versione di una ragazza che ha denunciato lo stupro, avvenuto, secondo il racconto della giovane, nella casa del presidente del Senato. La premier si è alterata e ha preteso che si correggesse il tiro. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma La Russa è forse l’unico iscritto al suo partito davanti al quale la premier ha sovranità limitata.