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Politica
Lega, il caso Morisi mette a rischio Salvini. Un trio per il suo posto: i nomi
Luca Zaia Giancarlo Giorgetti Massimiliano Fedriga 
Lapresse

Cresce l'ipotesi di un congresso-chiarimento della Lega che, dopo i risultati probabilmente non brillanti delle imminenti elezioni amministrative, potrebbe tenersi entro la fine dell'anno, già a dicembre. Comunque prima delle votazioni in Parlamento per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. I nodi da sciogliere sono soprattutto quelli della linea politica e il principale riguarda se proseguire o meno sulla strada del sovranismo, compresa la collocazione europea.

Non è un mistero che a Giancarlo Giorgetti - che qualcuno ipotizza abbia strizzato l'occhio a Carlo Calenda a Roma per scompaginare i giochi in vista del ballottaggio - non piaccia l'alleanza con Marine Le Pen e i tedeschi di Afd e punti all'ingresso nel PPE, ma Matteo Salvini si oppone. Ci sono i rapporti, spesso burrascosi, con gli alleati, Giorgia Meloni in testa, e il tema difficile della permanenza nel governo Draghi e della convivenza con Pd e M5S. Senza dimenticare la strategia sul Quirinale e l'ipotesi di elezioni anticipate (o no) nel 2022. Ma anche il ritorno o meno al partito solo del Nord, regionalista modello Csu bavarese. Insomma, molta carne al fuoco e qualcuno nella Lega, a dire il vero molti, non esclude che il congresso possa non essere solo tematico, cioè per aggiustare e chiarire la linea politica, ma addirittura per eleggere il segretario federale.

Il tutto si intreccia a doppio filo con la vicenda di Luca Morisi, indubbiamente personale e non politica, ma che sta innervosendo parecchio la pancia del Carroccio. Raccontano diverse fonti di Via Bellerio che il guru dei social e ideatore della famigerata 'Bestia' non fosse certo tenero con i parlamentari e con i consiglieri leghisti. Anzi, in molti casi i deputati, i senatori e gli amministratori si lamentavano per i suoi modi molto duri e per come venivano trattati dal capo della comunicazione del partito. E questo vale da Bressanone a Trapani, senza distinzione geografica. E' evidente che oggi, anche se nessuno lo dice apertamente, nel mirino finisce anche il segretario federale, non certo per la vicenda personale di cronaca, ma per aver lasciato negli ultimi anni troppo spazio di manovra a Morisi e in molti casi per non aver prese le difese di parlamentari e consiglieri.

Tutto ciò potrebbe arrivare fino alla scalata del partito e al cambio del segretario? "Dipende da come evolve il caso Morisi e da che cosa accade nelle prossime settimane. Certamente c'è amarezza e irritazione", spiegano fonti della storica Lega nordista. Dietro le quinte già si ragiona a futuri scenari e a ipotesi alternative. Ad esempio quelle che il candidato premier del Carroccio possa non essere più Salvini, ma un esponente più moderato.

E, disegnando scenari che oggi sembrano fantapolitica, si individua un trio di possibili candidati a Palazzo Chigi: ovviamente Giorgetti, che pur non essendo un ottimo comunicatore, ha relazioni e contatti in molti ambienti della Capitale, comprese le varie anime del Vaticano; Luca Zaia, una sorta di patrimonio della Lega che mai farebbe il segretario ma che è amatissimo non solo in Veneto specie per il suo pragmatismo (ed è un abile comunicatore); e Massimiliano Fedriga, che da presidente della Conferenza delle Regioni si sta ritagliando un prestigioso ruolo nazionale di politico moderato. Anche se qualcuno suggerisce per il governatore del Friuli Venezia Giulia anche l'ipotesi leader politico (nei gruppi parlamentari ha lasciato un ottimo ricordo essendo stato per anni capogruppo a Montecitorio), che certamente non interessa né a Giorgetti né a Zaia (in corsa invece per Palazzo Chigi).

Insomma, dietro le quinte della Lega sono partiti i giochi e i risultati delle elezioni di questo weekend potrebbe dare un'accelerata al chiarimento, anche con un vero congresso.

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