Politica

Lega, rifiuti e biometano: la sottosegretaria Gava e la lotta con Costa

Lega, con lo sblocca-cantieri più poteri alle Regioni come volevano i finanziatori del Carroccio

Nella campagna per le Europee la Lega di Salvini ha parlato di “ambientalismo responsabile” e non più di “ambientalismo da salotto”. Come scrive il Fatto Quotidiano, dalle inchieste giudiziarie e giornalistiche di questi giorni emerge una disponibilità dell’attività legislativa del Carroccio agli interessi di aziende o gruppi di aziende spesso vicine al partito, talvolta sue finanziatrici. La persona incaricata ad occuparsi di certe relazioni, legittime anche se imbarazzanti, è stata il sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava.

La vicenda che ha visto coinvolto l’ex sottosegretario Armando Siri, ieri ha avuto un ulteriore sviluppo. Infatti è stato arrestato Paolo Arata, imprenditore del settore energetico, accusato di essere socio occulto del fu “re dell’eolico” Vito Nicastri, ritenuto vicino al boss Matteo Messina Denaro. Arata, che collaborò alla stesura del programma energetico di Salvini e soci, spinse Siri a presentare un emendamento per incentivare gli impianti di mini-eolico che gli interessavano: l’ipotesi dell’accusa è che, per convincere Siri, Arata lo abbia corrotto. Quella norma sul mini-eolico, comunque, non è mai passata: fu bloccata dai 5Stelle e dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Come scrive ancora il Fatto Quotidiano, una norma che è passata, però, c’è ed è strettamente connessa con Arata e l’inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Veneto appena pubblicata da fanpage.it. Nel decreto Sblocca-cantieri infatti, dopo il trionfo alle Europee, la Lega ha imposto a un recalcitrante Costa, che l’aveva già fermato tre volte, un emendamento per far tornare alle Regioni (escluse da una sentenza del Consiglio di Stato che aveva bloccato l’intero settore) le competenze sul cosiddetto end of waste , cioè il potere di definire quali rifiuti possono essere avviati al riciclo e divenire nuova materia prima. È “economia circolare”. Per capire il rilievo anche economico della partita basti dire che il primo decreto end of waste firmato da Costa un mese fa, quello sui pannolini, può creare un settore da oltre un miliardo di euro. Appena lo Sblocca-cantieri diventerà legge (ieri la Camera ha votato la fiducia, oggi il via libera finale) il tutto sarà in mano alle regioni. E qui torniamo a fanpage.it.

L’inchiesta del sito si concentra su due aziende venete: la S.e.s.a., controllata col 51% dal Comune di Este (Padova) a guida leghista, e la Bioman di Angelo Mandato, che è pure socio al 49% di S.e.s.a., in cui arrivò assieme a Sandro Rossato, imprenditore oggi scomparso, a suo tempo arrestato per rapporti con la ’ndrangheta.  Nella Bioman ha avuto un ruolo di vertice fino a poco fa il senatore leghista e presidente della commissione Agricoltura Gianpaolo Vallardi. Un’altra società controllata da Mandato, la Biogreen, risulta aver finanziato la Lega per 30mila euro. Il responsabile delle relazioni esterne di Sesa, Bioman e altre società di questa galassia, Fabrizio Ghedin, fino all’altro ieri era consulente della sottosegretaria leghista Gava: si è dovuto dimettere per aver offerto, ripreso da una telecamera nascosta, 300mila euro in pubblicità ai cronisti di fanpage per “ingentilire” l’inchiesta.

Sempre come riporta il Fatto Quotidiano, Cio che interessa è il compost: il terriccio ottenuto trattando l’umido della raccolta differenziata. S.e.s.a. e Bioman ne producono molto, anche “importando” i rifiuti da altre regioni come Campania e Lazio. Il compost si vende, ovviamente, ma nella fase di trattamento produce pure il cosiddetto biogas, che è una fonte di energia e può diventare biometano. La S.e.s.a. oggi usa il biometano per la sua flotta di mezzi, ma vorrebbe venderlo anche ai cittadini immettendolo nella rete del gas ed è in attesa di autorizzazione: tra poco, grazie allo Sblocca-cantieri, gliela darà la Regione Veneto a guida Lega; la sottosegretaria Gava, peraltro, lo aveva già promesso agli interessati in almeno un convegno pubblico.

Il Fatto Quotidiano conclude scrivendo che quanto agli incentivi, sorge il dubbio sul metodo di concessione: come è ora, e quindi “concessione a pioggia” senza riguardo per la filiera e il contesto, non ha nulla a che fare con l’economia circolare: perché premiare come se fosse “ecologico” il biometano prodotto spostando rifiuti coi camion da tutta Italia? E però quegli incentivi a pioggia al biogas e al biometano li ha promessi ai produttori proprio la Lega visto che quelli attuali scadono nel 2021: stiamo lavorando, ha detto a febbraio la sottosegretaria Gava, affinché “il processo di riconversione degli impianti possa essere accompagnato da nuovi incentivi”.

Anche Paolo Arata si muoveva per fare affari col biometano cercando di infilarlo anche nel contratto di governo. Sempre sugli incentivi è in corso una guerra tra Costa e la Lega (Gava, ma anche il senatore Paolo Arrigoni, responsabile energia del partito). Il cosiddetto “mini-idroelettrico” è stato escluso dal decreto che “aiuta” le fonti rinnovabili perché la Commissione Ue (ma pure le associazioni ambientaliste) ritiene che lo sfruttamento intensivo stia causando problemi ai piccoli corsi d’acqua e minaccia una procedura di infrazione.