Politica

Elezioni, Salvini ai suoi: Centrodestra unito ovunque. Ma FdI "problemi"

Di Alberto Maggi

Elezioni amministrative, al voto Genova, Palermo e molte città medie. Inside

Governo, la Lega non uscirà, piena fiducia a Draghi


Le elezioni amministrative si avvicina. E anche se non c'è ancora una data, molto probabilmente si andrà alle urne tra fine maggio e i primi di giugno quasi sicuramente insieme ai referendum sulla Giustizia. Non ci sono in questa tornata grando metropoli al voto, tranne Genova e Palermo, ma città medie, come Alessandria, Verona, Parma, Catanzaro, Como, L'Aquila (solo per fare qualche esempio), un test molto importante per i partiti in vista delle Politiche.

Nonostante Matteo Salvini e Giorgia Meloni non si parlino da settimane, dopo lo scontro sul Quirinale con la rielezione di Sergio Mattarella, il segretario della Lega - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - ha dato ordine ai suoi uomini sul territorio di cercare il più possibile l'intesa sia con Forza Italia (più facile) sia con Fratelli d'Italia. Obiettivo rilanciare il Centrodestra con il pensiero alle elezioni nazionali. Il problema è che da Nord a Sud, come spiegano fonti del Carroccio, è il partito di Meloni a "creare problemi" e a "porre paletti a volte incomprensibili".

L'atteggiamento di FdI sui territori fa il paio con quanto accaduto in commissione Affari costituzionali alla Camera dove è stato bocciato il presidenzialismo proposto da Meloni. Lega e Fi hanno votato insieme a FdI pur sapendo che non c'erano i numeri e considerano la mossa come l'ennesima operazione di disturbo per mettere in difficoltà il cosiddetto Centrodestra di governo (non a caso Meloni ha tuonato: "Ancora una volta hanno scelto i giochi di palazzo"). Tornando alla Lega, Salvini non è assolutamente preoccupato per gli ultimi sondaggi, come quello di Swg che segnala un calo fino al 16,2%.

Il leader leghista continua a ribadire ai suoi più stretti collaboratori che il governo Draghi andrà avanti fino al termine della legislatura e che non esiste l'ipotesi di un'uscita da parte del Carroccio. E' evidente che all'interno della Lega ci sia un po' di preoccupazione per i sondaggi che, insieme al taglio dei parlamentari, inevitabilmente porterà a una riduzione della pattuglia in Parlamento con diversi deputati e senatori che non torneranno a Roma nella prossima legislatura. Il punto non è tanto i sondaggi, che valgono relativamente, quanto la linea politica sulla guerra in Ucraina.