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Politica
Luciano Violante: “Russia troppo grande, anche se perde non sarà sconfitta”

Intervista a Luciano Violante

Arriverà il prossimo 26 maggio nelle librerie per Marsilio Editorie Notizie della signora Marthensen? La nuova opera letteraria, esordio nel crime, di Luciano Violante. Affaritaliani.it l’ha intervistato per saperne di più e parlare della situazione politica internazionale e italiana.

A maggio arriva in libreria Notizie della signora Marthensen? il suo nuovo romanzo. Che cosa ci può anticipare?

Più che un romanzo lo definirei un racconto giudiziario. Parla della sparizione di una donna su cui indaga, con alti e bassi, la procura di Roma, e alla fine la chiave per risolvere il mistero viene scoperta un po’ per caso, come spesso succede nella vita. È un esordio nel crime ma mi occupo sempre di giustizia e politica: il libro è incentrato sulle difficoltà operative della magistratura ma sullo sfondo ci sono le elezioni del capo dello stato.

A proposito di attualità, è inevitabile parlare della guerra in Ucraina. Crede che quelli di Putin siano crimini di guerra?

Nella guerra la prima a morire è la verità, quindi se sono state commesse le cose denunciate per esempio a Bucha sono certo dei crimini, ma il problema resta la guerra in sé. Non esiste quella educata, ogni conflitto porta con sé un’escalation. Se poi i crimini ci sono stati, non so come potrebbero essere perseguiti, visto che né la Russia né l’Ucraina riconoscono il tribunale penale internazionale, ma resta il fatto che c’è una brutalità di fondo che ogni guerra inevitabilmente produce.

Zelensky si è rivolto a tutti ai leader russi dicendo che moriranno in carcere. È possibile una nuova Norimberga, secondo lei?

La Russia è troppo grande, anche se perderà non sarà sconfitta. Di certo l’Ucraina cercherà di mettere in chiaro tutto quello che è accaduto, non so se ci sarà un processo o meno, ma la verità prima o poi dovremmo saperla. Ma non possiamo giudicare noi che parliamo stando seduti in poltrona nel nostro studio, mentre queste persone non sanno se tra un quarto d’ora saranno vive o morte. I nostri parametri di giudizio nascono in un contesto completamente estraneo a quello che sta accadendo lì e non sono adeguati alla drammaticità di quegli eventi.

La guerra è un disastro sempre e comunque, anche se poi ci sono fenomeni particolarmente disastrosi come quello che pare accaduto a Bucha, o nella Seconda guerra mondiale, o nella prima e in tanti altri posti dove è in corso una guerra. Perché in guerra il nemico deve essere distrutto e umiliato, questa è la logica del conflitto, e chi non la pensa come te è nemico. Ed è quello che sta accadendo in Ucraina.

Anche per la guerra, e per esempio il riarmo, ci sono e ci sono stati diversi screzi nella maggioranza tra Pd e 5 Stelle. Secondo lei, con queste premesse, sarà possibile una nuova alleanza nel 2023?

Sui giornali si legge che Pd e 5 Stelle hanno fatto accordi quasi in tutti i comuni, quindi pare che a livello territoriale l’alleanza funzioni. A livello nazionale ora c’è un po’ di dinamica da teatro politico, ma sono cose che andranno verificate a ridosso delle prossime elezioni politiche.

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