M5s, addio Governo per Spadafora: Di Maio lo "esilia" alla regione Campania
Il mentore di Luigi Di Maio, diventato troppo ingombrante per il vicepremier grillino, lascerà l'esecutivo e correrà come governatore in Campania
Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora, un legame politico e personale che non piace affatto agli ortodossi del m5s, i quali vedono l'attuale sottosegretario alle Pari Opportunità come un elemento troppo legato alla vecchia politica. E soprattutto dotato di troppa influenza sul capo politico grillino, che non si muove senza avere dietro di sé l'ombra benevola di Spadafora che lo segue.
Spadafora, che Vittorio Sgarbi ha apostrofato audacemente come "il fidanzato di Di Maio" e che molti hanno definito un personaggio di spicco di una lobby gay molto influente all'interno del m5s, avrebbe dovuto essere ministro del governo giallo-verde, ma all'ultimo momento è stato silurato per via della sua amicizia con Angelo Balducci, quello della "cricca" finito per giunta nei guai per questioni di prostituzione maschile in Vaticano. Spadafora è stato ripagato con la consolazione di un sottosegretariato alle Pari Opportunità, un contentino di tutto rispetto, certo, ma pur sempre un contentino.
E tuttavia la sua presenza nell'escutivo accanto a Di Maio risulta ancora troppo ingombrante e scomoda, e l'ala pentastellata dei "duri e puri" non ci sta. Ecco perché si è pensato a lui come candidato governatore grillino alle elezioni regionali in Campania nel 2020. Elezioni che molti sostengono potrebbero tenersi anticipatamente per via delle questioni giudiziarie che affliggono l'attuale governatore Vincenzo De Luca, che - qualora dovesse essere condannato per il caso Crescent, il cui verdetto in tribunale è atteso per fine mese - dovrebbe dimettersi.
Pure, se dovesse correre per la carica di governatore, anche Spadafora dovrebbe dimettersi dalla carica di sottosegretario e anche da deputato (secondo le regole del M5s già applicate per Roberta Lombardi, quando si candidò alla presidenza della Regione Lazio).
Insomma, "promoveatur ut amoveatur" sembrerebbe la linea di condotta decisa per Spadafora dallo stesso Di Maio, dal suo fedelissimo Dario De Falco e da un gruppo di parlamentari campani in una riunione strategica. E la presenza del sottosegretario al gay pride di Pompei, da molti vista come una cortina fumogena per far accettare all'elettorato grillino LGBT la pillola amara del ministro leghista Fontana, potrebbe essere stato un passo per accattivarsi una fetta di consensi per la sua futura corsa alla Presidenza di Regione, corsa nella quale sfruttare abilmente tutta la sua vasta rete di contatti ad altissimi livelli. Un passato costellato da figure quali Alfonso Pecoraro Scanio, Francesco Rutelli, Rosa Russo Iervolino, Angelo Balducci, nominandone solo alcuni, porta senz'altro entrature di un certo peso specifico, utilissime alle elezioni.