Politica

Legge elettorale, M5s apre al Pd: "Ok inizio dialogo"

Legge elettorale, M5s apre al dialogo: "Scriviamo le regole con il Pd"

Prove di dialogo tra Pd e Movimento 5 Stelle sulla legge elettorale. Per ora, pero', i due partiti si limitano a un botta e risposta, dove ciascuno mostra un'apertura al confronto, puntando alcuni paletti: per i pentastellati il premio di maggioranza deve restare alla lista e non andare alla coalizione. Per il Pd, invece, ben venga il dialogo purche' l'impianto della legge sia maggioritario. Sebbene non vi sia nulla di concreto, spiegano sia fonti dem che 5 Stelle, i contatti tra il primo partito di maggioranza e il primo partito di opposizione sulla riforma del sistema elettorale mandano in fibrillazione le altre forze politiche, che subito gridano all'inciucio. Niente di piu' lontano, replicano dal Pd, dove i 5 Stelle continuano a non essere visti come un interlocutore affidabile. E poi, e' il ragionamento pragmatico che si fa in casa dem, al Senato l'accordo con i soli M5S non basta ai fini dei numeri. Ma, soprattutto, Renzi e i suoi mirano a blindare prima la nuova legge elettorale con un'intesa politica extra parlamentare. E che coinvolga diverse forze, cosi' da dare garanzie ai dem. Solo dopo un'intesa politica forte si entrera' nel merito in commissione. Tanto che accanto agli 'abboccamenti' con i pentastellati, il Pd continua a sondare Forza Italia e Silvio Berlusconi. Contatti ci sono anche con la Lega. Anche se fonti della minoranza Pd sostengono che il segretario non abbia nessuna intenzione, ne' interesse, ad intestarsi una proposta concreta di legge elettorale, preferendo invece rimandare la palla nel campo delle opposizioni, con l'obiettivo anche di guadagnare tempo. Intanto, giovedi' sara' presentato in commissione Affari costituzionali della Camera il testo base, di cui i dem "si faranno carico", assicura il capogruppo Ettore Rosato, che pero' non si sbottona sui contenuti. Secondo fonti parlamentari di maggioranza, il testo a cui sta lavorando il presidente della commissione e relatore, Andrea Mazziotti, non conterra' un determinato e delineato modello elettorale, bensi' sara' una sorta di "cornice" da riempire durante l'esame attraverso le proposte emendative dei vari gruppi. Il testo, inoltre, spiegano ancora le stesse fonti, conterra' alcuni punti fermi, emersi durante le sedute della commissione, quindi dedotti sulla base di cio' che ogni gruppo in queste settimane ha indicato come prioritari. Nel testo si farebbe riferimento ai collegi: scompaiono di conseguenza i capilista bloccati, come richiesto dalla maggioranza delle forze politiche e accolto dallo stesso Matteo Renzi. Ma, viene subito precisato, non vi e' ancora nulla di deciso, si tratta solo di ipotesi. Anche perche', viene inoltre ricordato, prima di presentare il testo base Mazziotti fara' un giro di incontri con i singoli gruppi o loro rappresentanti, come aveva annunciato la scorsa settimana. Gli incontri si terranno nelle giornate di domani e dopodomani.

Ad aprire le danze sulla legge elettorale e' stato questa mattina il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio, dai microfoni di Rtl lancia l'amo: "vogliamo scrivere le regole del gioco insieme al partito di maggioranza, il Pd". Piu' tardi, il Movimento indica persino un possibile percorso: si parta dal Legalicum e dall'Italicum 2.0 (la proposta presentata da tre renziani che modifica la legge sulla base delle motivazioni della Consulta e reintroduce il ballottaggio) e si faccia una sintesi. Il Pd apre, ma mette in chiaro: "se M5S fa sul serio l'intesa puo' essere rapida", afferma Matteo Richetti "l'importante e' che l'impostazione, anche per le liste, conservi un impianto maggioritario". E il vicesegretario dem, Maurizio Martina aggiunge: "Direi che se sono rose fioriranno. Di certo noi vogliamo difendere il piu' possibile un impianto maggioritario che garantisca governabilita'. Se le aperture sono vere noi di certo non ci sottraiamo". Aperture arrivano oggi anche da Berlusconi, che pero' di maggioritario non vuol piu' sentir parlare, e avverte il Pd: "La riforma si deve fare con tutti". Per l'ex premier Enrico Letta, contrariamente a quanto detto ieri da Renzi, tocca al "Pd dare una mossa sulla legge elettorale o il rischio e' tornare alla crisi del '92". Gridano all'inciucio Lega e Sinistra italiana: "Grillo e Renzi sono due facce della stessa medaglia", dicono i capigruppo del Carroccio, mentre i due presidenti dei parlamentari di Si accusano: "Pd e M5S vogliono far fuori il pluralismo". Sul ci va la' anche gli alleati di Alternativa popolare: "La melina sulla legge elettorale non puo' continuare all'infinito, bisogna trovare una soluzione condivisa quanto prima e bisogna farlo per i cittadini che hanno diritto di sapere come e quando voteranno. Secondo noi il primo intervento deve mirare a rendere omogenee le due leggi tra Camera e Senato, altrimenti si rischia di avere due maggioranze diverse e di conseguenza uno stallo perenne", afferma Gianni Sammarco. Il capogruppo Pd in Affari costituzionali, Emanuele Fiano, ospite degli studi de La7, tenta di fare chiarezza: "Ci sara' una proposta di legge avanzata dal presidente Mazziotti e lo fara' dopo un ciclo di incontri, noi credo lo vediamo domani. Giovedi' presentera' il testo base che avra' raccolto il maggior numero di consensi, non e' il testo del Pd o del M5S, e' il testo del relatore che fara' la sintesi".