Politica

M5s:candidati massoni,falsi rimborsi e altro,ma le "mele marce" saranno elette

Altre grane per il M5s, con massoni in lista e fidanzati "ladri di rimborsi". Ma le "mele marce" andranno comunque in Parlamento a spese dei cittadini

In queste ore il m5s sembra accartocciarsi su se stesso e implodere. La rimborsopoli si allarga, spuntano altri massoni in lista (prontamente "espulsi", certo... ma i "meravigliosi ragazzi", fra cui Luigi Di Maio, avevano controllato scrupolosamente le liste prima di presentarle?), e la deputata grillina Giulia Sarti denuncia financo l'ex fidanzato, reo a suo dire di averle rubato ventimila euro di rimborsi. E in tutto questo le "mele marce" della rimborsopoli grillina salgono, secondo le Iene, a quattordici.

"Mele marce" che Luigi Di Maio si affretta a definire tali e che prontamente saranno, sempre a detta sua, espulse dal Movimento se già non lo sono state. Addirittura, come nel caso di Emanuele Dessì, blindatissimo candidato senatore grillino con casa da 7,75 euro al mese, saranno obbligate a firmare una dichiarazione di rinuncia al seggio in caso di elezione.

Una dichiarazione che dal punto di vista istituzionale non vale alcunché, perché - nel caso molto probabile che le "mele marce" di cui sopra vengano elette in Parlamento - sarebbero soltanto loro a decidere se mantenere fede al loro impegno. E sarà alquanto implausibile che rinuncino a una poltrona di senatore o di deputato, benché catapultati loro malgrado nelle file del già nutrito in partenza gruppo misto. In altri termini, il m5s, con la sua scrupolosissima analisi delle sue candidature (mentre giudicava impresentabili i candidati degli altri partiti) ha scaricato sul groppone degli italiani personaggi ora sgraditi anche al Movimento stesso. 

E c'è da segnalare un'altra "buffa" situazione: se anche deputati e senatori ex grillini eletti dovessero dare le dimissioni, farebbero la stessa "fine" del senatore ex grillino Giuseppe Vacciano, che ha cercato innumerevoli volte di lasciare il Senato e le cui dimissioni sono state rifiutate per ben tre volte dall'aula. Grillini "ostaggi" della Casta in Parlamento e profumatamente pagati dal denaro dei contribuenti: ci sarebbe da ridere se non fosse tragico.