Politica
M5s, spettro scissione su Draghi. "Di Maio ha un cerchio magico, parla troppo"
Volano gli stracci dopo il passo indietro del ministro degli Esteri. La battaglia con Conte e Grillo è appena cominciata
M5S: Di Maio telefona a Conte e Grillo prima delle dimissioni. Ma la battaglia è appena iniziata
Sabato mattina con una telefonata il ministro Luigi Di Maio ha anticipato al presidente Giuseppe Conte e al 'garante' Beppe Grillo la sua decisione di dimettersi dal Comitato di garanzia del M5S. Ma la partita non è certo finita. Spiega Repubblica: "Essendo impervia la strada dell’espulsione, Giuseppe Conte ne avrebbe chiesto le dimissioni dal Comitato di garanzia. Luigi Di Maio l’ha anticipato e ha tolto il disturbo prima; ieri alla 11 ha chiamato prima Beppe Grillo, poi il presidente, ha comunicato loro la propria decisione e poi l’ha resa pubblica con una lettera. Ma il ministro degli Esteri non se ne andrà dal M5S, anzi, la chiave della scelta è una: tenersi fuori dalla plancia di comando per poter fare opposizione interna, mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato".
Scrive invece il Corriere della Sera: "Il clima è sempre rovente. Di Maio attende: non ha fretta, ma farà sentire la sua voce quando lo riterrà opportuno. Sono diversi i temi politici su cui il Movimento dovrà intervenire. Dopo il Colle, il prossimo terreno di scontro potrebbe essere quello delle Comunali, con Conte chiamatoainvertire il trend negativo delle Amministrative dello scorso autunno".
M5s, volano gli stracci. Ricciardi e Taverna contro Di Maio
D'altronde appare chiaro che stiano volando gli stracci. Paola Taverna dice al Corriere della Sera: "Diciamo che il passo indietro da presidente del comitato di garanzia è già un segnale di chiarezza. Ulteriori momenti di chiarezza e trasparenza sono dovuti alla nostra stessa comunità: tempi e luoghi sono ancora da definire". Aggiungendo però che Di Maio ha sbagliato "a logorare l'ex premier".
Nettamente più duro Riccardo Ricciardi, deputato, che a Repubblica attacca: "Gli ultimi errori sono alcune uscite che non hanno aiutato chi stava lavorando per portare a casa il risultato. Andavano fatte in un’altra sede, non alla stampa". E ancora: "Il nuovo corso è fatto di pluralismo. Non ci sono più cerchi magici. Con il vecchio corso, quando Di Maio era capo politico, non era così. E di problemi di democrazia interna ce n’erano. Chieda a un nostro parlamentare se Di Maio ha mai discusso con i gruppi i temi chiave. Anche per un aspetto così delicato come la presidenza della Repubblica, invece, sono stati coinvolti 14 esponenti del M5S, tutti titolati a esserci, dai ministri ai capigruppo. Più condivisione di così è difficile".
M5s, la paura degli alleati: col caos rischia anche il governo
La paura degli alleati di governo è che il caos M5s abbia influenze sull'operato dell'esecuitivo Draghi. "Ormai tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio è guerra per la leadership di quello che resta del Movimento 5 stelle. Problemi loro, ma non facciano pesare le loro lotte intestine sull'azione del governo. I problemi per noi sono pandemia, scuola, ripresa economica, PNRR, riforma della giustizia non uno scontro interno fatto su personalismi e trasformismi" ha scritto per esempio su Facebook il presidente di Italia viva Ettore Rosato.
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