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M5s, Grillo chiede un direttorio anti Di Battista. Conte verso la leadership

Il garante prova a blindare il governo e il patto con il Pd, ma c'è il rischio scissione. Ormai la bomba nel Movimento è esplosa

M5s, Grillo chiede un direttorio anti Di Battista. Conte verso la leadership

 

La bomba Alessandro Di Battista è ormai esplosa dentro il Movimento 5 stelle. Le dichiarazioni dell'ex deputato in tv: "Serve un congresso subito, se vuole la leadership Conte si candidi", hanno scosso tutto l'ambiente grillino. In primis è arrivata la replica di Beppe Grillo che ha preso le distanze da Dibba: "che tempismo". Poi si sono scatenate le reazioni contrastanti dei parlamentari, da chi è dalla parte di Di Battista e spinge per il congresso, a chi applaude il ritorno del fondatore: "Grillo is back".

Con lo schiaffo simbolico ad Alessandro Di Battista, - si legge su Repubblica - sconfessato e irriso come mai nella storia del Movimento, Beppe Grillo punta a blindare i 5 stelle di governo e l’intesa col Partito democratico. E destabilizza un quadro reso già fragile dalle mille correnti in cui si è frantumato il M5S, a caccia di una tregua che possa tenere tutto insieme fino alla prossime elezioni politiche. A questa tregua bisognerà trovare un nome, ma passa per quella che tutti i big del Movimento chiamano “guida collegiale”: un organo che tenga dentro più persone, il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, la vicepresidente del Senato Paola Taverna, la sindaca di Torino Chiara Appendino, forse addirittura l’ex leader Luigi Di Maio, se non preferirà tenersi fuori e fare da demiurgo. Una sorta di direttorio, nonostante l’ultimo sia finito molto male, capace di fare sintesi e di disinnescare così gli attacchi delle fazioni opposte.

A tutto questo - prosegue Repubblica - sono appesi il destino del governo con il Partito democratico, per il quale Grillo non nasconde di tifare, e quello personale del premier Conte. Il cui futuro politico è sempre più legato ai 5 stelle e sempre meno a un partito personale che, secondo i sondaggi, arriverebbe al 15%. Nella testa di chi lo sostiene all’interno del Movimento, e del suo fondatore, il presidente del Consiglio a fine legislatura potrebbe prendere le redini del M5S. Magari non con un ritorno della formula del capo politico, forse solo come candidato premier, ma comunque guidare e unire un universo ora troppo spaccato per poterne fare a meno senza condannarsi all’irrilevanza. Nel Pd è come rivivere un incubo: "Mi pare che abbia detto a Conte di stare sereno", profetizza il vicesegretario Andrea Orlando.