Politica

M5s-Lega, c'è baruffa nell'aria: "Siri si dimetta", "No, si dimetta la Raggi"

Marco Zonetti

Il Movimento chiede le dimissioni del sottosegretario leghista e il Carroccio quelle della sindaca grillina. E intanto l'Italia assiste perplessa

Per il Governo Lega-M5s c'è baruffa nell'aria, come recitava il noto spot di un deodorante negli anni Ottanta. Dopo la brusca riconversione a Sinistra in chiave elettorale, ecco che i grillini sono tornati a essere supergiustizialisti chiedendo a gran voce - e in primis il vicepremier Luigi Di Maiole dimissioni del Sottosegretario della Lega Armando Siri, indagato per corruzione. 

E mentre il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ritirava le deleghe all'esponente del Carroccio e Salvini replicava: "Non si è dimessa la Raggi, che è stata sotto inchiesta per due anni. Due pesi e due misure quando c’è di mezzo la vita delle persone non mi piacciono", fatalità voleva che scoppiasse, attraverso un'anticipazione dell'Espressoun'altra bomba riguardante proprio la sindaca di Roma, accusata - ma è tutto da confermare - dal manager Ama Lorenzo Bagnacani di aver esercitato, come scrive quest'ultimo ai pm, "pressioni indebite su di lui e sull'intero cda dell'azienda, finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell'Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali". Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche chat e file audio, come quello in cui la sindaca direbbe all'ex Presidente ed ex Ad Bagnacani: «Devi fare quello che ti diciamo, anche se ti dicono che la luna è piatta»

A stretto giro, mentre ancora queste rivelazioni sono tutte da verificare, arriva la reazione del Carroccio tramite Il Ministro per gli Affari regionali Erika Stefani, che dichiara in un comunicato ufficiale: "Se il contenuto delle intercettazioni del sindaco Raggi corrispondesse al vero sarebbe la confessione di un grave reato e la chiara ammissione di una palese incapacità a governare. Per coerenza con le regole del Movimento ci aspettiamo le sue immediate dimissioni"

La "guerra" fratricida nell'esecutivo (più di lotta che di Governo, in questo periodo) continua dunque a colpi di vicendevoli richieste di dimissioni, mentre fra liti, ripicche e faide a scopo di campagna elettorale, gli italiani stanno a guardare sempre più perplessi il tanto strombazzato "vento del cambiamento" apparire sempre più simile alla zaffata di un deodorante degli anni Ottanta stantio e ormai scaduto.