M5s Travaglio mai così duro: "Immaturi, impreparati, improvvisati, inadeguati"
Nel suo editoriale "Balla coi pupi", il direttore del Fatto Quotidiano esprime critiche e perplessità sul presente e sul futuro del Movimento
Marco Travaglio è sempre stato piuttosto tenero con il M5s, al punto che molti lo considerano una sorta di "padre nobile" del Movimento. In passato è capitato che il direttore del Fatto Quotidiano bacchettasse capi o esponenti pentastellati, ma i toni erano sempre più o meno bonari e le critiche terminavano spesso, in chiusura di articolo, con una lancia spezzata a loro favore.
Questa volta no. Nel suo editoriale di oggi, dal titolo icastico "Balla coi pupi", Marco Travaglio è più duro che mai. "Mentre festeggiano il decimo anniversario del battesimo al V-Day" scrive, "i 5Stelle sembrano nati ieri. Dovrebbero essere in quarta elementare, sono ancora all'asilo nido".
E ancora: "Il Movimento continua a gattonare come un infante un po' ritardato [...] La figuraccia delle primarie con Di Maio candidato unico e l'ennesimo intoppo leguleio in Sicilia non sono indice di scarsa democrazia. Ma qualcosa di peggio: la prova dell'eterna immaturità, impreparazione, improvvisazione, inadeguatezza di un movimento che cresce fuori, ma non dentro [...] Quello che doveva essere un momento di festa e orgoglio grillino diventa una pochade che fa ridere tutti".
Travaglio auspica un cambiamento rapido delle regole interne per la scelta dei candidati, evocando scenari non proprio rosei per il M5s nel paventare il pericolo di improvvisatori e infiltrati. "Il sistema di selezione grillino è troppo noto e permeabile perché qualcuno non ne abbia studiati i punti deboli per infilarci i suoi portatori d'acqua, pronti a cambiare cavallo alla prima chiamata. Basta iscrivere a Rousseau qualche decina di infiltrati da ogni città - un po' alla volta, senza dare nell'occhio - per avere i clic necessari a far eleggere chi si vuole".
Un fallimento definitivo, secondo Marco Travaglio, se dovesse verificarsi questo scenario. Oltre al fatto che nessuno ci vieta di pensare che le dinamiche sopra delineate siano già state protagoniste delle selezioni precedenti. Un caso per tutti: Quarto. Il direttore del FQ è ancora speranzoso, ma l'avvenire sembra apparirgli fosco: "Il tempo per cambiare c'è, ma poco. L'alternativa, come cantava Jacques Brel, è continuare a invecchiare senza diventare adulti".
Amen.
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