Marco Rizzo: "I 5 Stelle? Come Tsipras e Podemos..."
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Che cosa sta accadendo nella Grecia di Tsipras?
"Dopo le sbronze elettoralistiche, prima da referendum e poi con la sua conferma a premier, per i greci inizia la dura realtà dei fatti. La questione è molto semplice: Tsipras deve ottemperare a quello che ha scelto, cioè le imposizioni della troika sul campo sociale. E il primo e più vistoso obbligo è quello delle pensioni".
Ovvero?
"Una diminuzione dell'entità generale della spesa e quindi delle pensioni, con il blocco dell'adeguamento al costo della vita e l'innalzamento dell'età pensionabile principalmente per i lavori usuranti. Adesso i greci cominciano ad accorgersi che quello che avevano detto i comunisti del KKE era tutto vero".
E quindi?
"Iniziano gli scioperi contro il governo di 'sinistra' di Tsipras. Il primo di qualche giorno fa è stato organizzato dall'unico grande sindacato di classe greco, il PAME, che ha bloccato tutto il paese. Ma siccome i provvedimenti di Tsipras non riguardano solo le pensioni, ma anche i contratti di lavoro, la sanità e la scuola, ci sarà presto un altro sciopero generale. Basta un dato, in Germania negli ultimi 20 anni ci sono stati solo due scioperi generali mentre in Grecia ce n'è uno ogni due mesi. Questo dà l'idea del colpo ma anche della capatià reattiva del popolo greco".
Quale lezione politica da quello che sta succedendo in Grecia?
"Il grande comando del capitalismo, formato dalle banche e dai gruppi monopolistici finanziari ed economici, ha capito il rischio che corre in questa crisi. E quindi favorisce nell'ambito del dissenso quelle forze che urlano e sbraitano ma che non hanno un progetto alternativo e quindi nella concrettezza dei fatti si accodano alla troika. Pensiamo a Podemos in Spagna, a Tsipras e quindi Syriza in Grecia. In Italia questo ruolo viene giocato dal Movimento 5 Stelle".
E Sinistra Italiana?
"E' del tutto ininfluente e se lo fosse copierebbe a ruota. Quel ruolo viene oggi portato avanti dal M5S".
Che cosa bisognerebbe fare secondo lei?
"Mai come oggi la soluzione è un cambio di sistema. Bisogna lavorare per la rottura della gabbia dell'Unione europea attraverso il protagonismo delle classi lavoratrici. Intendo i lavoratori dipendenti, pubblico e privato, ma anche i piccoli commercianti, artigiani e imprenditori. Tutti insieme devono costruire un fronte unitario. Il lavoro dipendente deve ritrovare un vero sindacalismo di classe e creare un fronte unitario che leghi le dinamiche del lavoro dipendente, pubblico e privato, con quelle del piccolo commercio, dell'artigianato e della piccola imprenditoria. Un fronte unitario di chi produce la vera ricchezza nel Paese".
Uniti su quale progetto?
"Un radicale cambiamento della società. Le grandi decisioni economiche e politiche devono essere prese da chi produce le ricchezze nel paese e non da governi sotto tutela totale dell'Unione europea dal punto di vista economico e della Nato da quello militare. Ci sono truppe italiane che fanno la guerra in più di 20 paesi del mondo. Una spesa che si protrebbe evitare e che potrebbe andare a coprire il deficit che abbiamo".
Ha ancora senso parlare oggi di Marx e Lenin come fate voi del Partito Comunista?
"Sono due insegnamenti che ci danno la cifra e il titolo di quanto sta accadendo. La proletarizazzione del ceto medio e la caduta tendenziale del saggio di profitto dimostrano che gli insegnamenti di Marx e Lenin sono strumenti validssimi e confermati dalla realtà quotidiana. La parola leninismo è un'idea di progetto politico dove uomini e donne si raggruppano uniti sotto la forma politica del partito leninista, che è la massima espressione di demorazia ma anche la massima espressione di conflitto".