M5s Roma, Storace e l'assessore grillino con fratello a processo per pedofilia
Dopo la segnalazione di Francesco Storace su facebook, si palesa l'assessore della giunta Raggi con "congiunto coinvolto in brutta storia di pedofilia"
Brusco inizio d'incarico per il neo-assessore alle Partecipate della giunta Raggi, Alessandro Gennaro, sostituto dell'assessore Colomban che aveva annunciato le dimissioni qualche mese fa. Gennaro non ha ancora messo piede nella giunta grillina al Campidoglio che già è stato obbligato a rilasciare una dolorosa dichiarazione riguardante un suo famigliare, il fratello nella fattispecie.
Tutto nasce da un sibillino post su facebook di Francesco Storace, leader del Movimento Nazionale per la Sovranità, in cui accennava a un "assessore grillino imparentato male, con un congiunto coinvolto in una brutta storia di pedofilia". Storace chiedeva al riguardo che la notizia fosse smentita o che la sindaca si dichiarasse informata dei fatti. "Nulla più".
Intervistato dal Giornale, Storace approfondiva poi la vicenda aggiungendo particolari inquietanti. Pare infatti che il minore molestato sia anche disabile, a rendere "più deprecabile la vicenda" per usare le parole del leader di MNS. Storace che la Raggi si facesse avanti al riguardo, altrimenti sarebbe stato egli stesso a rivelare il nome dell'assessore in questione.
Storace è stato preceduto però da quest'ultimo. Alessandro Gennaro, infatti, ha fatto coming out dichiarando: "Mio fratello sta affrontando una vicenda giudiziaria delicata con un'accusa pesante che non ha nulla a che fare con me, né con l'incarico che sto portando avanti. Sono sicuro che la magistratura, di cui ho il massimo rispetto, farà chiarezza".
Francesco Storace, tuttavia, non è rimasto insensibile alle successive accuse di "sciacallaggio" avanzate dall'assessore Gennaro, e ha risposto a tono: "Non ho detto il falso. L'assessore Gennaro ha fatto bene a uscire allo scoperto e magari dalle prossime udienze a Veroli eviti di presenziare a un processo in cui suo fratello, imputato, non si fa mai vedere".
E, in cauda venenum: "Lo sciacallo, secondo i magistrati, ce l'ha in casa a danno di un minore, disabile psichico, duramente provato. Al suo posto, altro che giunta capitolina..."
Una storia su cui ci auguriamo che la magistratura faccia piena luce, stabilendo correttamente dove risiedano l'innocenza e la colpevolezza delle parti in causa, e che, purtroppo, non è di buon auspicio per l'insediamento dell'assessore Gennaro, in una giunta già disastrata da mille defezioni.