m5s Roma, Virginia Raggi ha paura: ora Raffaele Marra la vuole in tribunale
L'ex braccio destro della sindaca la chiama a testimoniare a suo favore e per il Movimento sono dolori
Chi ha paura di Raffaele Marra? Nel m5s, non solo quello romano, tutti quanti. In primis la sindaca Virginia Raggi, che si è avvalsa delle competenze e delle entrature dell'ex finanziere trilaureato per arrivare in Campidoglio e che, poi, nel buio momento dell'arresto, lo ha scaricato inesorabilmente su richiesta di Beppe Grillo, complici le manovre clandestine di correnti interne. Il declino accelerato di Marra fu voluto da Roberta Lombardi per vendicarsi del trattamento riservato dalla Raggi e da Daniele Frongia (anche lui ridimensionato da vicesindaco ad assessore dello Sport) al suo protégé Marcello De Vito, colui che, a detta di molti, sarebbe dovuto essere il vero sindaco? Fu la Lombardi a presentare un esposto in procura contro Marra... esposto che rappresentò l'inizio delle disavventure per l'ex capo del personale della giunta Raggi.
Dopo l'arresto, Raffaele Marra restò abbandonato in carcere per molti mesi, totalmente dimenticato e trascurato da coloro che, grazie soprattutto a lui, si godevano la vista dai tetti del Campidoglio e dalle stanze del potere.
Il m5s, che governa a Roma in primo luogo grazie a Marra, preferì allontanarlo come una sostanza velenosa ("un virus che ha infettato il Movimento", disse la Lombardi) sperando di aver eliminato definitivamente almeno uno scheletro (uno dei tanti) nell'armadio. Ma gli scheletri tornano sempre a galla, così come il passato.
Ed ecco che Raffaele Marra, scarcerato e messo agli arresti domiciliari un mesetto fa, ora è chiamato in tribunale nel processo in cui è imputato per corruzione, per una maxi tangente da 367mila euro che avrebbe ricevuto dall'immobiliarista Sergio Scarpellini.
E a scuotere il sonno già tormentato della sindaca, ecco arrivarle la richiesta di Marra di testimoniare a suo favore in tribunale il 25 maggio prossimo venturo. Già, c'è anche Virginia Raggi nella lista dei 23 testimoni indicati dall'ex deus ex machina della giunta pentastellata. La Raggi dovrà dare conto dell'attività professionale svolta da Marra durante la consiliatura, come specificano i legali Merluzzi e Scacchi, ma non solo. Sono ben tre le circostanze sulle quali dovrà riferire la Raggi, come riporta Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.
Inoltre, l'ex finanziere ha chiesto ai giudici di "ordinare una perizia avente ad oggetto la trascrizione delle intercettazioni registrate nel presente procedimento". "Quanto basta", scrive il Corriere della Sera, "per comprendere che il dibattimento sulle case che il costruttore Sergio Scarpellini avrebbe regalato al funzionario «per averlo a disposizione», come sostiene l’accusa, accenderà nuovamente i riflettori su quanto accaduto al Comune di Roma con la vittoria dell’esponente del Movimento 5 Stelle".
Vendetta da parte di Marra contro la Raggi e il m5s che l'hanno sfruttato e poi gettato via, o ordinaria procedura? Senz'altro il ritorno di Marra sotto i riflettori acquista i connotati della ricomparsa di un "conte di Montecristo" redivivo, una sorta di tenebroso personaggio "byroniano" pronto a reclamare giustizia per l'oltraggioso trattamento subìto da chi ha beneficiato delle sue capacità non comuni per poi liberarsene al momento del bisogno. Heathcliff che torna sulle "cime tempestose" per riprendersi ciò che gli spetta e dar del filo da torcere a chi lo ha maltrattato. E le "cime" del Campidoglio, malgrado il caldo, non sono mai state più tempestose.
Sì, il ritorno di Raffaele Marra assume le caratteristiche dell'incubo per la Raggi e la sua giunta, un altro film dell'orrore (dopo quello hitchcockiano dei gabbiani che infestano Roma, portati dal proliferare dei rifiuti) che fa tremare tutto il Movimento, e le cui ripercussioni arrivano anche a Genova da Beppe Grillo e a Milano da Davide Casaleggio.
Chi ha paura di Raffaele Marra? Nel m5s, non solo quello romano, tutti quanti.