M5S, si allarga la bufera firme false: gli indagati salgono a 13 - Affaritaliani.it

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M5S, si allarga la bufera firme false: gli indagati salgono a 13

M5S, salgono a tredici gli indagati nell'inchiesta sulle firme false alle comunali di Palermo del 2012

Salgono a tredici dunque gli indagati nell'inchiesta sulle firme false alle comunali del 2012. Emerge nel giorno degli interrogatori dei deputati palermitani chiamati in causa dalla Procura di Palermo che conduce le indagini. Stamane Claudia Mannino, che si e' detta davanti ai giornalisti "serena", salvo poi chiedere ai carabinieri di impedire ai giornalisti di fotografarla e di fare cancellare quelle scattate, si e' avvalsa della facolta' di non rispondere. L'inchiesta prosegue tra silenzi e confessioni come quella del deputato, regionale Giorgio Ciaccio, gia' autosospesosi dal Movimento insieme a Claudia La Rocca, la prima a collaborare, squarciando il muro di omerta'. E' durato cosi' pochi minuti l'interrogatorio di Mannino davanti al procuratore l'aggiunto Dino Petralia e al sostituto Claudia Ferrari. La deputata si e' inoltre rifiutata di rilasciare il saggio grafico richiesto dai magistrati. Anche il marito dell'esponente politico, Pietro Salvino, iscritto nel registro degli indagati ha scelto di non rispondere ai pm palermitani. E indagata risulta pure un'altra deputata, Giulia Di Vita e un altro attivista. Sabato scorso sono state sentite le attiviste Samantha Busalacchi che si e' avvalsa della facolta' di non rispondere, e Alice Pantaleone che ha respinto le accuse.

Insomma, si annunciano nuovo sviluppi nell'inchiesta. Tra mercoledi' e giovendi' gli avvisi di garanzia erano stati gia' notificati ai primi dieci indagati: a Nuti e Mannino, a Busalacchi, ex assistente parlamentare del M5s all'Assemblea regionale siciliana, allontanata dal gruppo, ad Alice Pantaleone, a la Rocca e Ciaccio, a ex candidati al Consiglio comunale come Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito, all'avvocato Francesco Menallo, considerato il consigliere giuridico dei Cinque stelle, e il cancelliere del Tribunale Giovanni Scarpello, che avrebbe dovuto accertare la regolarita' delle firme. Adesso i nuovi nomi nel registro degli indagati.

E' Riccardo Ricciardi, marito della deputata nazionale del Movimento cinque stelle Loredana Lupo che 'persona informata sui fatti', il tredicesimo indagato nell'inchiesta della Procura di Palermo sulle "firme false" alle Comunali 2012. Ricciardi sarebbe stato iscritto poiche' sarebbe stato colui che materialmente ha consegnato la liste delle firme in Comune. Prevale il silenzio tra gli indagati, molto poco collaborativi. Come per la collega Claudia Mannino, interrogatorio lampo in Procura, anche per il deputato nazionale Riccardo Nuti, convocato nell'ambito dell'indagine sul caso delle firme false del Movimento cinque stelle alle Comunali del 2012 dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia. Accompagnato dall'avvocato Antonina Pipitone, Nuti si e' trattenuto nella stanza di Petralia per una quindicina di minuti. Al termine e' andato via ignorando le domande dei cronisti. In una strategia di difesa, comune alla Mannino e al marito, anch'egli indagato, si e' dunque avvalso della facolta' di non rispondere, negando anch'egli il consenso al saggio grafico. Un atteggiamento che fa crescere l'insofferenza nel mondo grillino: "Indubbiamente abbiamo sbagliato, non possiamo negarlo, ci sono le condizioni per le quali si possa presumere che il fatto sia avvenuto e quindi ora dobbiamo risponderne", ammette davanti ai cronisti Giampiero Trizzino, avvocato e parlamentare all'Ars del Movimento 5 stelle, nuovo uomo forte a Palermo. "Aspettiamo che si chiudano le indagini e si calmino le acque. Poi torneremo a riorganizzarci e a parlare di 'comunarie'. Il quadro - prosegue - e' abbastanza delineato, il collegio decidente che abbiamo votato decidera' nel merito se non c'e' l'autosospensione, ci sara' la sospensione d'ufficio. Adesso il clima e' complicato ma ci stiamo ragionando". Ancora nessun ragionamento sulla costituzione di parte civile , ha detto Trizzino, "anche se il profilo di danno all'immagine c'e' stato, eccome. Grillo ha detto che siamo parte lesa, ma da qui a costituirci parte civile il passo e' lungo".