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Mario Draghi racconta i mali dell'Europa, per salvarla

L'ex premier ed ex capo della Bce da settimane racconta quello che non va, senza secondi fini, politici o personali ma solo per aprire gli occhi a tutti

di Andrea Soglio

Mario Draghi racconta i mali dell'Europa, per salvarla. L'analisi 

A Bruxelles qualcosa è cambiato e non stiamo parlando di sottigliezze ma di sostanza. Per decenni criticare l’Unione europea, anche solo ammettere che su un tema a caso si “poteva fare meglio” era considerato blasfemo e chi osava andare contro il comandamento veniva tacciato delle peggio considerazioni. Da giorni però anche da parte di esponenti dei partiti di maggioranza (da diverse legislature) ammettono candidamente che “bisogna cambiare” e che “le cose così non vanno…”. Ma cosa è successo, anzi, chi lo ha fatto succedere.

Il nome ed il cognome è uno ed uno solo: Mario Draghi. Da settimane l’ex Presidente del Consiglio, Presidente della Bce e da sempre considerato una delle menti più europee ed europeiste di sempre non lesina dichiarazioni dure verso la Ue. In rapida carrellata… Per prima cosa ha spiegato che “È l’Europa ad imporre dazi su se stessa…”. Poi oggi ha spiegato che “presto resteremo soli a difenderci. Serve una risposta rapida e seria”. “Dobbiamo agire come un unico Stato, cosa che non siamo stati…”. 

Draghi non è populista, non è di destra, è soprattutto considerato ed ascoltato come poche altre personalità a Bruxelles e Strasburgo. Quando parla lo fa a ragion veduta e senza secondi fini, se non quello di aprire gli occhi dicendoci le cose come realmente stanno, cioè non bene. L’Ue ha perso tempo, decenni, in lotte di potere interne alle varie nazioni dimenticandosi che il vero confronto andava fatto a livello globale con Cina, Usa, Russia, etc etc etc. Così facendo ora si trova in ritardo, pesante, su tutto: dazi, Ucraina, Intelligenza Artificiale, crescita economica, difesa, spazio e chi più ne ha più ne metta. 

“Dopo il suo discorso di oggi - racconta ad Affaritaliani un europarlamentare della maggioranza “Ursula” - ho visto tanti colleghi col capo chino. La sua credibilità è così solida da renderlo inattaccabile e del tutto credibile. Non va in cerca di una poltrona, non spinge per questo o quello schieramento, è un po’ come quell’amico, vero, che ha il coraggio di dirti che stai facendo una cavolate, fregandone dei rischi della verità”.

La verità che la Ue è brava solo a farsi male da sola; basti pensare all’incontro sull’Ucraina di ieri. Organizzato da un presidente (Macron) a casa sua (e non a Bruxelles) invitando alcuni e non tutti i 27 paesi della Ue (perché??) solo per cercare di recuperare credibilità davanti all’azione dirompente degli Usa di Trump che in Arabia sta mettendo le basi su un’accordo di pace. Ennesimo errore che evidenzia la debolezza complessiva della situazione.

Ma almeno oggi si può criticare, anzi, raccontare gli sbagli fatti per poter crescere. “Draghi oggi - chiude l’onorevole europeo ed europeista - ci sta dicendo semplicemente una cosa: la verità. Senza la quale non si va da nessuna parte”.

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