Politica
Meloni "costretta" a candidarsi alle Europee. "Salvini si dissocerà sempre"
Il post voto in Sardegna certifica la spaccatura nel Cdx. Voci dei meloniani sulla Basilicata: "La Lega cederà su Bardi, poi lo affosserà"
Governo, dopo la Sardegna preoccupa la Basilicata. I fedelissimi di Meloni anticipano le mosse di Salvini
L'esito del voto in Sardegna ha rinsaldato il campo largo e spaccato il centrodestra. La maggioranza si lecca le ferite dopo la pesante sconfitta e la sensazione è che ormai qualcosa si sia definitivamente rotto tra FdI e la Lega in particolare. La stessa premier - scrive Francesco Verderami su Il Corriere della Sera - avanza dei sospetti. "Salvini - sostiene Meloni - cercherà sempre di dissociarsi". Nessuno può persuaderla del contrario e nessuno si azzarda a farlo. I ragionamenti della premier sono un collage di pensieri sul capo della Lega, sulle sue manovre contro Palazzo Chigi che sfidano le leggi della politica e che infatti gli si stanno ritorcendo contro: perché non ha alternative, "non ci sono alternative". Ma nonostante questo "non si fermerà". Ecco il motivo per cui la premier è spietata con sé stessa quando analizza il risultato. "L’elenco degli errori è lungo", lo riconoscono anche esponenti di primissimo piano di FdI.
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Ma quello su cui si sofferma Meloni è particolare: lo sbaglio - prosegue Il Corriere - è stato rivendicare la candidatura a governatore per il suo partito dopo il durissimo scontro con gli alleati nella trattativa. È una questione metodologica: chi viene scelto in quelle condizioni arriva indebolito alla sfida elettorale. E Truzzu "così ci è arrivato" e ha perso per una manciata di voti. Ecco l’errore. E c’è un motivo se si avverte un certo allarme. Ieri, dopo il vertice del centrodestra sulle candidature, i delegati hanno informato i loro leader di partito sull’andamento della riunione. Uno di questi ha detto: "Per la Basilicata la Lega fa resistenza, ma è tutta tattica. Alla fine cederà su Bardi, perché poi vuole affossare il candidato di Forza Italia alle elezioni". Ecco perché Meloni non si fida e perché non può mettere la testa sulla riorganizzazione del partito. Non ora, almeno. Forse dopo le Europee, dove — come dicono fonti autorevoli — sarà "condannata a candidarsi", visto che i voti sono suoi, non di FdI.