Politica

Droghe leggere, cari Meloni e Salvini dovreste smetterla con la retorica

Roberto Preatoni

Cara Giorgia Meloni e Matteo Salvini,

dovreste smetterla con la retorica sulle droghe leggere, la campagna elettorale non può tenerci sotto scacco perenne.
Che la legalizzazione delle droghe leggere porti ad un facile ingresso alle droghe pesanti è una banalità sostenuta solo da studi di settore partigiani, la maggior parte della letteratura dice il contrario.
Che legalizzando le droghe leggere si dia un colpo agli interessi malavitosi è un dato di fatto.
Chi vuole oggi le droghe leggere le può trovare ovunque e facilmente dagli spacciatori, i negozi di marijuana su strada vendono invece quella senza THC, quindi non psicotropa.
Perchè volete chiudere quei negozi che danno lavoro a migliaia di persone, generando PIL pagando le tasse poichè ogni acquisto viene scontrinato?
Sono tutti imprenditori che hanno investito del denaro in quelle attività, oggi voi li volete rovinare quando la vostra missione sarebbe di tutelarli.
Perchè invece non avviate come opere pubbliche la costruzione di nuovi carceri-laboratorio aggiungendo 10.000 posti alla ricettività attuale degli istituti penitenziari e contestualmente alzate le pene per lo spaccio garantendo la carcerazione per tale reato ma consentendo uno sconto del 50% della pena al carcerato che dovesse scegliere di entrare in una di queste strutture, prestando la propria manodopera in cambio dello sconto pena?
Otterreste diversi benefici:
1) la costruzione di tali carceri significherebbe nuovi cantieri e quindi nuovo PIL.
2) Togliendo la gestione della cannabis alla criminalità legalizzandola e vendendola come monopolio di stato, incassereste una marea di tasse e generereste una significativa aggiunta al PIL. Suvvia, non fate gli ipocriti, lo Stato guadagna già su alcool e tabacco, quelli si che causano morti. Vietare non produce effetti benefici, lo dimostra l'epoca del proibizionismo negli USA. In aggiunta, l'umanità fuma marijuana da millenni, pensate davvero di debellare l'abitudine a colpi di decreto? Lo Stato inoltre non può sostituirsi all'educazione famigliare o scolastica, pretendere di farlo sarebbe pericolossimo.
3) Garantendo lo sconto della pena ai carcerati in cambio della manodopera potreste utilizzarla nei laboratori delle carceri per produrre beni a costi men che cinesi e da rivendere a prezzo pieno, garantendo allo Stato ulteriori introiti di tasse, un ulteriore aumento di PIL e con i profitti abbassando i costi degli istituti penitenziari. 
4) risolvereste il problema del sovraffollamento delle carceri, non è un mistero che parecchi detenuti oggi vivano in condizioni inumane.
5) Riqualifichereste i detenuti dotandoli di un mestiere, diminuendo così i casi di recidiva e di conseguenza i costi sostenuti dallo Stato per la carcerazione.

Giorgia e Matteo, non eravate voi gli unici due politici sull'attuale scena politica italiana ad essere pragmatici?