Politica
Migranti, eurosinistra dietro al record di sbarchi. Chigi: "Regia di Borrell"
Le trame per far saltare l'accordo con la Tunisia. "Basta boicottaggi"
Migranti, una fonte di Palazzo Chigi: "Non può essere un caso, tutto avvenuto contemporaneamente"
Il governo Meloni deve fare i conti con l'emergenza migranti. Il record di sbarchi a Lampedeusa e i numeri fuori controllo hanno reso il caso anche politico. La Lega è per la linea dura: "I metodi di Meloni non hanno funzionato". Salvini ipotizza anche l'intervento della marina militare: "A mali estremi, estremi rimedi". Fonti di Palazzo Chigi però pensano di aver capito cosa ci sia effettivamente dietro a questo boom di sbarchi. "Qui tutti dai vertici politici a quelli dell'intelligence - si sfoga una fonte di Chigi con Il Giornale - si chiedono come sia possibile che in 24 ore l’Italia subisca prima l’attacco di Germania e Francia, poi l’arrivo di 7mila migranti partiti tutti in fila e, infine, l’offensiva delle sinistre all'Europarlamento guidata, da dietro le quinte, dal socialista Josep Borrell, ovvero dal Commissario per gli Affari Esteri Ue. Un Commissario che non ha mai difeso il Memorandum firmato da von der Leyen. Saranno coincidenze, ma non ce le spieghiamo".
Un comportamento - prosegue Il Giornale - che nelle parole del capo-delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles Carlo Fidanza ha precise e pericolose finalità. "La sinistra smetta di boicottare l’accordo Ue-Tunisia. Fin dal primo giorno il Pd e la sinistra europea hanno lavorato per affossarlo. Sabotare quell’accordo significa rendersi complici degli sbarchi e dei trafficanti. Ne risponderanno agli italiani".
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L’euro-delegazione, cara ai socialisti, puntava a incontrare sindacati e organizzazioni dell’opposizione tunisina per "comprendere la situazione politica attuale del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo, e valutare il memorandum d’intesa firmato dall’Ue". Incontrare l’opposizione equivale però a ridare centralità e peso politico ad Ennahda, il partito della Fratellanza Musulmana portabandiera nel 2011 di quella Primavera Araba che ha trascinato il paese al disastro economico.