Politica

Migranti, Giarrusso: "Eliminiamo gli Accordi di Dublino. La destra ha mentito"

di Eleonora Perego

L'eurodeputato ex Movimento 5 stelle ad Affaritaliani.it: "La ricollocazione è solo la punta dell'iceberg. Serve l'intervento di tutti gli stati dell'Ue"

Migranti, l'on. Dino Giarrusso ad Affari: "Serve eliminare gli Accordi di Dublino. Von der Leyen e la destra hanno mentito"

Hotspot al collasso e tanta confusione: due concetti chiave per descrivere l’attuale emergenza migranti. Centinaia, migliaia di persone che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste in condizioni disperate; un “problema” che il governo sta affrontando. O almeno ci sta provando, visto che anche in seno alla maggioranza sembra esserci non solo qualche piccola tensione, come dimostrano le recenti dichiarazioni ad Affaritaliani.it del vicesegretario della Lega Andrea Crippa.

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Ma anche in Unione europea la questione è tutt’altro che pacifica: manca, infatti, una politica comune in tema di immigrazione che possa aiutare i singoli Stati, e quindi l’Italia, ad affrontare l’emergenza.

Affaritaliani.it ha affrontato la questione con l’eurodeputato ex 5s Dino Giarrusso, che fin dalla sua elezione a Bruxelles ha fatto propria la voce dei tanti migranti per chiedere che si arrivi a una soluzione.

Giarrusso, è evidente che l’Unione europea stia annaspando nella questione migranti. Lei ha una soluzione?

Da quando sono stato eletto mi batto affinchè l’Europa compia una scelta di civiltà, abolendo gli Accordi di Dublino e assumendosi collegialmente la responsabilità in tema di immigrazione.

Occorre affrontare l’intero fenomeno, costi e uomini: noi impieghiamo risorse enormi tra agenti di polizia, carabinieri, capitaneria di porto, medici, polizia scientifica, uomini dell’esercito… e tutte queste forze non bastano comunque a gestire un fenomeno numericamente spaventoso. Ecco perché assegnare questo compito ad un paese solo, come si è scelto a Dublino, è follia pura. Se ci fossero tutte le forze di tutti gli altri Paesi per l’Italia la spesa sarebbe sostenibile, in primis, e poi l’Europa potrebbe concretamente affrontare in modo utile e collegiale il fenomeno. Ora è fisicamente impossibile, perché delegato al paese di primo approdo.

Si parla tanto di “blocco navale” e di “ridistribuzione”. Cosa c’è di sbagliato in questo?

Parlare di blocco navale è stata una vera e propria presa in giro degli elettori, ma anche parlare di redistribuzione è molto limitante. Queste persone che arrivano a Lampedusa non vogliono neppure stare in Italia. Lampedusa e la Sicilia sono la porta dell’Europa, non dell’Italia.

In Ue c’è una grande ipocrisia, e una grande ignoranza anche in Italia, sul vero tema. Il ricollocamento dei migranti è solo la punta dell’iceberg; c’è tutto un lavoro che deve essere fatto prima, e per cui l’Italia non può essere lasciata sola. Dal primo giorno di mandato europeo mi batto per questa cosa: abbiamo votato la von der Leyen anche perché aveva promesso di cancellare gli accordi di Dublino nel suo discorso inaugurale. La nostra non era una fiducia alla cieca. Nel suo discorso di martedì a Strasburgo ha parlato di green deal, di economia ma non di immigrazione. Perché sa di non aver fatto abbastanza, se non nulla. La cosa incredibile è, poi, che la destra usa l’immigrazione per le campagne elettorali, ma poi non sa gestire nulla e non si è mai opposta nei fatti agli accordi di Dublino, che sottoscrisse!

Il vicepremier Salvini ha invocato l’aiuto della marina militare, cosa ne pensa?

La marina militare è sempre una risorsa italiana. Città italiane come Siracusa, Agrigento, Catania, hanno oggi carenza di personale di polizia, perché i poliziotti, a cui va il mio più sincero grazie, sono impegnati nei vari hotspot e nelle operazioni di accoglienza. Quindi penso che la marina militare sia certamente un possibile aiuto, ma che non basti. Se fosse accompagnata da quella di altri paesi, sotto coordinamento europeo, sarebbe diverso.

Non negherà però che il vero problema, a monte, stia nella tratta di esseri umani…

Questo è un altro problema, che concerne i rapporti con lo Stato di provenienza. Per esempio, si è glorificato un accordo con la Tunisia quando la Tunisia non è uno stato democratico, fa morire la gente nel deserto. C’è sicuramente un business di essere umani: e mantenere queste regole sbagliate, favorisce il business.

Rimanendo in Italia, sicuramente l’emergenza dell’immigrazione è un tema su cui la maggioranza è divisa

Salvini qualche anno fa aveva accusato l’allora governo Conte di essere un governo complice dei criminali, perché a Lamepedusa c’erano 800 persone, ma ora che è lui al governo ce ne sono quasi 8000, dieci volte di più!

Ora che Salvini è al governo dovrebbe utilizzare le stesse parole nei confronti di se stesso e del governo di Giorgia Meloni, o no? È evidente che questa situazione crei enormi tensioni all’interno della maggioranza, perché loro hanno mentito agli italiani. E quando le bugie sono emerse narrando tutta la distanza che c’è fra chiacchiere e realtà si sono innervositi, giocando a scaricabarile fra di loro, a danno degli italiani.

A me interessa che hanno preso in giro tutti gli elettori, agitando lo spettro dell’immigrato, raccontando che con loro ci sarebbero stati meno sbarchi: invece c’è ne sono di più, sono inadeguati in Italia e inermi in Europa, dove a volte mi sembra di battermi in solitaria contro Dublino.

Oggi è arrivata però a Lampedusa una delegazione dell’Ue, per capire come aiutare e quali passi compiere. Un primo accenno di un’Europa che c’è?

Me lo auguro fortemente, ma come tutto la discussione deve passare in Parlamento. Martedì per circa la decima volta ho fatto un intervento per ribadire la necessità della cancellazione degli accordi di Dublino. E mercoledì lo stesso segretario generale dell’ONU Guterres ha ribadito il medesimo concetto: non basta un Paese.

Se l’Ue, dopo quattro anni che sono lì a strillare, si è svegliata non posso che esserne contento. Ma vorrei vedere i fatti.