Politica

“Nei Cinque stelle democrazia sospesa, ora Grillo indica le consultazioni”

di Paola Alagia

Intervista di Affari allo storico legale degli espulsi M5s Borrè che segue la consigliera Cucco ma anche i parlamentari De Falco, Corda, Spessotto e Termini

Il pronunciamento della Corte d’Appello di Cagliari era atteso in casa M5s ed è arrivato. Anzi, è piombato su un Movimento già molto disorientato e alle prese con una difficile rifondazione. Cosa dice la Corte? In sostanza dichiara inammissibile il ricorso del reggente Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale del Movimento. I Cinque stelle, infatti, si erano opposti alla decisione del tribunale di Cagliari di nominare un rappresentante legale del Movimento, come richiesto e ottenuto dai legali della consigliera sarda Carla Cuccu, prima sospesa e poi espulsa, Patrizio Rovelli e Lorenzo Borré.

Proprio l’avvocato Borrè, raggiunto al telefono da Affaritaliani.it, commenta col nostro giornale quanto stabilito dalla Corte d’Appello dicendosi “soddisfatto”. “Anche perché - spiega - conferma una giurisprudenza trentennale della Corte di cassazione secondo cui i provvedimenti del presidente del Tribunale non sono soggetti a reclamo”. Nel dettaglio, il legale riscostruisce: “E’ stata accolta l’eccezione preliminare che avevamo presentato con l’avvocato Rovelli. Aggiungo, inoltre, che in ordine alla ritualità della nomina del curatore speciale già c’è stata un’ulteriore delibazione del giudice designato dal Tribunale di Cagliari per l’impugnazione dell’espulsione di Carla Cuccu. Anche in quel caso il giudice aveva ritenuto rituale la notifica effettuata al curatore speciale. E si dà il caso che sia il giudice di merito a valutare la correttezza della procedura della nomina del curatore speciale”.


Il Movimento, da parte sua, sostiene che non ci sia “nessun accertamento in via assoluta e definitiva circa la carenza di un rappresentante legale del Movimento”. Pure su questo, però, Borrè fa una sua riflessione e sottolinea: “Anche la nota del M5s - che attualmente non ha un legale rappresentante, circostanza che pertanto non consente di attribuirla ad un organo rappresentativo del partito - appare alquanto contraddittoria rispetto al fatto storico della presentazione del reclamo, con cui evidentemente si voleva rimuovere il provvedimento del presidente del tribunale di Cagliari. Ricordiamo all'estensore del comunicato che nel corso del processo d'impugnazione dell'espulsione di Carla Cuccu, il giudice designato, nel mese di marzo, ha disposto la sospensione del provvedimento disciplinare del Comitato di Garanzia, vagliando necessariamente, come stabilisce il Codice di procedura, la ritualità della notificazione al curatore speciale in assenza di altri legali rappresentanti. Da cittadino – aggiunge ancora -, rimango perplesso di fronte a questa ritrosia a prendere in considerazione la necessità di procedere alla nomina del legale rappresentante conformemente a quanto prevede lo Statuto del partito: si declama sempre il principio della volontà degli iscritti, gli iscritti si sono espressi e hanno stabilito che la legale rappresentanza spetti al membro del comitato direttivo eletto a maggioranza dai cinque componenti. Perché non lo si è fatto quando ancora non erano insorti dissidi con Rousseau? Trovo allarmante questa democrazia sospesa".

Ma, in pratica, che effetti può produrre questa decisione della Corte?  Secondo Borrè, che segue oltre al senatore Gregorio De Falco anche i tre deputati espulsi Emanuela Corda, Arianna Spessotto e Guia Termini, “a parte il caso De Falco, la cui espulsione è stata impugnata quando ancora era legale rappresentante Luigi DI Maio, si tratta di una decisione che tocca da vicino i tre parlamentari in quanto dovrebbe quanto meno indurre alla resipiscenza i capigruppo dei Gruppi parlamentari rispetto al fatto che sono stati adottati dei provvedimenti di espulsione da un capo politico che non era più previsto dallo Statuto”. Una cosa è certa, adesso si apre una nuova partita nel Movimento Cinque stelle. A tal proposito, l’avvocato spiega: “Immagino che adesso la Procura riattivi la procedura, sospesa in attesa della decisione della Corte d’appello, per sollecitare Beppe Grillo, in qualità di garante, a indire le consultazioni come previsto dallo Statuto. Anche perché - conclude - è già stata abbastanza bizzarra la circostanza di non voler attuare quanto in esso previsto”.