ALFANO, "TROPPE COSE NON TORNANO". AD ESEMPIO?
Aleggia il pensiero che l'aggressività di alcune Procure costituisca un ulteriore fattore di preoccupazione e che aumenti per questo la voglia di elezioni anticipate: per proteggersi con l'immunità. Attenzione al terrorismo, attirato come un orso dal miele nelle campagne elettorali europee
Nell'intervista oggi concessa al Corriere della Sera, il Ministro degli Esteri non si dilunga sul progetto che dovrebbe animare l'aggregazione centrista di nuovo conio, destinata con qualche acrobazia concettuale ad essere un punto di stabilità politico-istituzionale nonostante la clamorosa rottura con il partito di Renzi.
Le parole di Alfano si concentrano sulla mancanza di un disegno limpido e coerente da parte del segretario dem, fino a denunciare il carattere avventuroso della sua impostazione a favore dell'immediato ricorso alle urne. Che si possa votare a settembre o ottobre non è poi così certo: ogni giorno si aggiungono interventi qualificati - da ultimo quello del Presidente dell'ABI, Antonio Patuelli - che pongono l'accetto sui rischi di instabilità politica impliciti in uno scioglimento affrettato delle Camere (ammesso che Mattarella accetti, da modesto notaio, di ratificare in poche battute il dicktat dei fautori del voto subito).
Intanto, a guardare in giro per l'Europa, di fronte alle ultime vittime dell'attentato islamista di ieri notte a Londra, sembra di poter dire che il terrorismo faccia a suo modo campagna elettorale. Minniti si è affrettato a convocare al Viminale il comitato per la sicurezza e l'antiterrorismo; e questa fretta, rispetto all'altra per chiudere alla rinfusa la legislatura, trova ampia giustificazione. Non possiamo illuderci che l'incertezza e la confusione politica non facciano da carburante a possibili operazioni di morte sul nostro territorio nazionale.
Dice Alfano, nella sua puntata argomentazione anti-Renzi, che "troppe cose non tornano". L'affermazione merita attenzione perché indica lo stato di generale diffidenza. Quando si rompe un quadro di solidarietà emergono fatalmente i pregiudizi. Aleggia il pensiero che l'aggressività di alcune Procure costituisca un ulteriore fattore di preoccupazione e che, tra inchieste e contro-inchieste, aumenti con la voglia di elezioni anticipate il desiderio di proteggere, anche senza la forza delle immunità di un tempo, i futuri rappresentanti del popolo.
Renzi spinge sull'acceleratore, altri tengono il piede sul freno. Bisogna uscire da questa impasse, perché nei mesi estivi, quando la speculazione finanziaria ha più margini di manovra, è facile esporre il Paese a insidie gravi.