Palazzi & potere
Elezioni 2018, Politici spiati: Occhionero, sono un massone, non cyberspia
Elezioni 2018: ''Io vittima di un complotto, manca il corpo del reato''
"Sono vittima di un complotto. La mia storia fa comodo a tanti. Hanno voluto creare l'allarme cybersicurezza e gli serviva un 'mostro' da sbattere in prima pagina per giustificare investimenti e strutture. Un massone come me era perfetto allo scopo". Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, Giulio Occhionero, arrestato insieme alla sorella Francesca Maria il 9 gennaio 2017 nell'ambito di un'inchiesta sul cyberspionaggio, e libero da mercoledi' scorso con obbligo di firma e di dimora. Il complotto e' stato ordito "da chi ha interessi nel settore della difesa digitale. Vogliamo parlare della Mentat, che si vanta di averci smascherato? Una piccolissima e sconosciuta societa' informatica di periferia a cui, guarda caso, si sono affidati i colossi Eni e Enav", dice Occhionero. Sui server con 18.327 username e 1.793 password, "mi risulta che il possesso di password non sia reato", dice Occhionero. Le password sono state ottenute "in modo legale. Mai utilizzate, e bisogna vedere se sono valide". Quanto alle email di Renzi, Draghi, Monti e Saccomanni, "sfido la polizia postale a dimostrare l'accesso abusivo. Manca il corpo del reato. I presunti siti ministeriali violati sono indicati solo attraverso i domini, non mi viene detto quando e come li avrei spiati. Non hanno prove reali". Nell'intervista Occhionero smentisce anche il tentativo di scalare la massoneria: "Non ne avevo bisogno, ero gia' stato eletto Gran Maestro nella loggia di Roma con i voti dei confratelli. La massoneria in questa storia serve solo ad aumentare l'allarme attorno allo spauracchio Occhionero. Non e' un enigma, e' una montatura".