Palazzi & potere
Elezioni anticipate: ecco la data da cerchiare in rosso sul calendario
Elezioni anticipate: ecco la data da cerchiare in rosso sul calendario
Ormai lo stanno dicendo praticamente tutti ma da palazzo Chigi, almeno per il momento, non ne vogliono sapere di dimettersi come se le ambizioni personali fossero al di sopra di tutto, anche del bene del Paese: ''Un nuovo governo è la vera 'conditio sine qua non' per far partire anche l'operazione 'responsabili'" spiegano fonti vicinissime all'operazione. In molti nella maggioranza ormai sperano che alla fine Conte vada da Mattarella a dimettersi prima della relazione Bonafede: "E' l'unico modo per evitare il bagno di sangue...''. Ma in caso di dimissioni si aprirebbe la "partita" con il Quirinale e negli ultimi tempi, i rapporti tra Colle e Palazzo Chigi non sono stati dei migliori tanto che da Palazzo Chigi, se poi si dovesse scegliere la strada delle dimissioni e non si riuscisse a concretizzare il Conte Ter, per il voto hanno già cerchiato in rosso sul calendario la data dell'11 aprile. Quindi elezioni immediate ma soprattutto senza lasciare il tempo al Colle di formare un governo elettorale (a garanzia di tutti): la qual cosa permetterebbe all'inquilino di Palazzo Chigi di gestire tutta la fase elettorale da premier dimissionario (ma pur sempre Premier) e fare la campagna elettorale da Presidente del Consiglio in carica per l'ordinaria amministrazione. Un vantaggio non da poco. Dal Quirinale invece la pensano diversamente: "Votare in aprile sarebbe un azzardo. Vorrebbe dire fare campagna elettorale, cene elettorali, comizi riunioni durante la terza ondata…" spiega chi ha avuto modo di sondare gli umori del Colle che evidentemente preferirebbe la formazione di un governo elettorale per far decantare la situazione e votare a giugno. "Ma chi ci garantisce che poi si vada veramente a votare a giugno e il governo non vada avanti fino alla fine della legislatura?", il dubbio che serpeggia tra chi vuole votare a tutti i costi. Tanto più "che ciò consentirebbe all'establishment italiano ed europeo di non "regalare" il paese alla destra (che è in testa in tutti i sondaggi e con ogni sistema elettorale) e di eleggere il prossimo capo dello stato (a gennaio 2022) in totale "sicurezza" ovvero senza timore di "sbandate" sovraniste.