Palazzi & potere

Generali e Mediobanca: tutto cambi perché nulla cambi

La voglia di continuità si impernia su Alberto Nagel, alla guida di Mediobanca dal 2007 e che anche per i risultati di bilancio che la società ha prodotto in questi mesi difficili dovrebbe andare verso una conferma, entro uno schema di governance più "aperto" agli investitori (già oggi padroni del 70% dell' istituto e visti salire di quota, per qualche alleggerimento nel prossimo patto parasociale), scrive Repubblica. Più cambiamenti si vedranno su Trieste, anche se non subito. Entro il 2019, e quotazione permettendo, il piano strategico impegna Mediobanca a scendere dal 13,2% al 10% nel Leone, anche per non incidere troppo sul patrimonio primario (l' abbuono concesso dalla Bce a nome Danish compromise scade allora).