Palazzi & potere

Governo, si scrive "sfiducia" si legge rimpasto

Marco Antonellis

Governo, si scrive "sfiducia" si legge rimpasto

Il "Dday" è pronto e scatterà domattina alle 9,30 in Aula al Senato la discussione sulle due mozioni di sfiducia nei confronti del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Lo ha riferito all'assemblea il vice presidente di turno di Palazzo Madama, Paola Taverna, riferendo le decisioni della conferenza dei capigruppo. Le mozioni di sfiducia sono state presentate, una dal centrodestra, primi firmatari i capigruppo di Lega, Fratelli d'Italia e Fi, Massimiliano Romeo, Luca Ciriani e Anna Maria Bernini, l'altra da Emma Bonino (+Europa), da Matteo Richetti (Azione) e da un nutrito gruppo di senatori di Forza Italia. La replica del Ministro Bonafede e le dichiarazioni di voto saranno trasmesse in diretta tv. Le votazioni si svolgeranno con due chiame nominali, per ordine alfabetico. I senatori entreranno in Aula scaglionati e voteranno dal posto. Ma la partita, quella vera è un'altra e si giocherà nei faccia a faccia tra gli esponenti di Italia Viva più autorevoli e lo stesso Premier Conte: quella del rimpasto. Già, perchè a quanto spiegano fonti di primo piano la vera posta in gioco, la partita sottesa alla mozione di sfiducia in realtà è proprio questa: Matteo Renzi punterebbe ad avere un proprio sottosegretario (per la "Ricostruzione del paese" oppure alla Giustizia) ma non potrebbe essere l'unico a dettare le condizioni. "Se passasse il messaggio che alzando la voce si ottengono posti, un secondo dopo lo farebbero tutti" spiegano da Palazzo Chigi. Che fare dunque? Per trovare la "quadra" l'idea che sta prendendo piede tra i vertici dei partiti che compongono la maggioranza è quella di un mini rimpasto di governo che coinvolga tutti e non soltanto Italia Viva. Ma non verrebbe messa a repentaglio la stabilità del governo: perchè il rimpasto dovrebbe essere limitato ai sottosegretari. Insomma, meglio evitare di spostare pedine importanti: l'impalcatura del governo potrebbe cedere. Però al contempo non si può nemmeno darla vinta a Matteo Renzi: dunque, se Italia Viva otterrà qualcosa dovranno ottenere qualcosa anche tutti gli altri partiti. Questa è la vera novità delle ultime ore. Conte è avvertito.