Coni, idea Barelli anti-Malagò, ma anche come "salvagente"
Barelli scende in campo per sfidare Malagò....?
Paolo Barelli il presidente "eterno" della Federnuoto, vincitore delle ultime elezioni con percentuali "bulgare" tutto gli si può dire tranne che non ne capisca di politica. Anche perché è stato senatore Forza Italia e coordinatore romano del partito per molti anni. Oggi è chiuso nella sua "FIN" come il giapponese sull'isola che attende di conoscere la fine della Guerra.
Dal 2009 è in guerra con il CONI di Giovanni Malagò per imprecisate ragioni reciproche. Su questo entrambi non si sono mai espressi. L'unica cosa certa è che si sono denunciati a vicenda e la questione pur essendo finita a favore di Barelli (con tanto di archiviazione davanti ai giudici) ha lasciato con il dente avvelenato il n.1 del nuoto.
Barelli due consigli nazionali fa ha sottolineato di essere stato trattato malissimo e l'ha detto davanti a tutti. Cosa non molto gradita da Malagò, che ha mangiato amaro, ma riflette in cuor suo su come muoversi a prescindere nel futuro. Barelli è una spina nel fianco, su questo non si discute e lo potrebbe diventare ancora di più se nei termini previsti si dovesse presentare a futuro presidente del CONI il prossimo 11 maggio. Una sorta di Armageddon elettorale così intenso che sarebbe inutile per due mesi andare al cinema, perché se ne vedrebbero e se ne leggerebbero delle belle.
Ma i "maligni" vedono nella scelta di Barelli una proiezione che va oltre l'ambizione elettorale, assolutamente legittima. Il retro-prensiero dei cosiddetti maligni sarebbe questo: io Barelli perdo anche ma ottengo due risultati non da poco. Rappresento una fronda consistente (10-20 presidenti al momento) ma soprattutto anche se dovessi perdere, come farà poi Malagò a contestarmi qualcosa, visto che dopo tutto quello che c'è stato si potrebbe configurare perfino un eventuale "atto persecutorio", proprio perché avversario alle ultime elezioni? Se questa chiave di lettura, che per adesso gira negli ambienti del nuoto fosse confermata Barelli assurgerebbe di diritto a "genio assoluto" nella politica sportiva italiana.