Palazzi & potere

Il Pd: vinceremo anche sull'Italicum. Resta il voto l'obiettivo di Renzi

I fedelissimi sicuri: la Corte manterrà il premio di maggioranza

AGLI occhi di molti osservatori, la sentenza della Consulta che ha bocciato il Jobs Act allontana, e non avvicina, la data delle urne: «Renzi non ha più la scusa di far slittare il referendum anti-articolo 18 per portarci al voto» hanno esultato, ieri, in molti e in coro, da Forza Italia ai centristi. Invece, per i renziani - la cui fede nel voto anticipate è incrollabile - le cose sono diverse, scrive il QN.
«Mica potevamo far cadere il governo Gentiloni per non far tenere il referendum!» sbotta un renziano di prima fascia.
Certo è che, contro Renzi, giocano in diversi. Alcuni hanno nomi e cognomi: Silvio Berlusconi, Pier Luigi Bersani (ieri ha detto che «il governo Gentiloni ha tante cose da fare»), i parlamentari di ogni ordine e grado che non vogliono festeggiare il Natale in anticipo e il Colle. Poi ci sono alcune forze e poteri esterni: Confindustria, i sindacati, i 'salotti buoni' e, non ultima, la Ue. La quale, a marzo, dovrebbe chiedere al governo italiano una «manovrina» aggiuntiva e, a ottobre, una «manovrona» da 20 miliardi, altrimenti farebbe scattare le famose e salate «clausole di salvaguardia».
Ecco, continua il QN, se si arrivasse a tanto, la voglia di andare a votare prima di febbraio del 2018, passerebbe come d' incanto persino a Renzi.