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Palazzi & potere
Immuni, funzionamento e limiti del contact tracing in Italia

Qualche mese fa la Commissione Europea ha delineato delle regole comuni a cui avrebbero dovuto sottostare tutte le app di contact tracing, fra gli altri: 1 rispetto della privacy 2 utilizzo volontario e rimozione dell'app appena non sarà più necessaria 3 sviluppo dell'applicazione in collaborazione delle autorità sanitarie 4 preferenza di utilizzo delle tecnologie che tutelano di più la privacy (non la sicurezza), quindi no gps si bluetooth 5 dati anonimi e impossibilità di risalire all'identità degli utenti. In sintesi la Commissione ha imposto la garanzia della privacy degli utenti, e quindi, sostanzialmente, l'impossibilità di scoprirne l'identità e i movimenti.

A questo punto, per quanto riguarda l’Italia, entra in gioco l'app ufficiale del Governo italiano, Immuni. L’app scelta, inizialmente, si basava su un sistema centralizzato, con i dati, quindi, gestiti da un sistema centrale; viste però le regole UE e le pressioni del Garante della privacy tale logica viene rivista in favore di un sistema de-centralizzato. Nessun obbligo di scaricarla (in Corea del Sud l'app di tracciamento era/è obbligatoria) e nessun incentivo al download come inizialmente ipotizzato, dove per incentivo si intendevano limitazioni agli spostamenti di chi fosse risultato sprovvisto dell'app.

Pronti via e mezzo flop, la scaricano in pochi. Anche perché, pian piano, nessuna figura istituzionale la cita più. Nell'ultimo periodo, soprattutto in alcune regioni, i download sono però aumentati in modo importante fino a raggiungere i 9mln e mezzi quasi il doppio di quelli che si contavano a inizio settembre.

Il funzionamento, cambiato nel tempo, è interessante e fa emergere un po' di limiti e qualche domanda.

Quali sono i limiti?

-Ci si basa sul fatto che chi risulta positivo compia le operazioni necessarie per segnalare la propria positività. E questo implica una risposta in tempi utili da parte degli enti sanitari preposti, cosa che, invece, non avviene.

-La tecnologia del conctact tracing ha sicuramente dato ottimi risultati in alcuni Paesi asiatici, dove però i concetti di privacy e diritti sono decisamente diversi rispetto ai nostri; questo ha permesso di imporre l'utilizzo dell'app scelta dal governo. I “casi di successo” (Cina, Corea del Sud ecc.) hanno trasmesso l'idea che il modello utilizzato si sarebbe dovuto esportare anche in UE, dimenticando, però, le notevoli differenze del contesto di applicazione.

-Non c'è stata, negli scorsi mesi, la volontà di incentivare e pubblicizzare l'utilizzo di Immuni. In sostanza il tracciamento dei contatti tramite app, inizialmente presentato come possibile panacea, è stato nei fatti dimenticato.

-Manca un minimo di cultura digitale per far sì che l'utilizzo dell'app non venga vissuto come un tentativo di intromissione nella vita del cittadino ma come mezzo per tutelarne, invece, la libertà

 

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