Palazzi & potere
Incredibile: il Papa voleva fare cardinale un laico

Nell'ultimo concistoro celebrato da papa Francesco alla fine di giugno, un' infornata di cardinali particolarmente striminzita (appena cinque), doveva esserci un porporato in più. Un italiano, un personaggio di spicco, un uomo di Chiesa noto in tutto il mondo e che è, naturalmente, molto stimato da Jorge Mario Bergoglio. Ma che non è un vescovo responsabile di una diocesi e nemmeno un alto papavero della Curia vaticana. Non è nemmeno prete. È un laico, sia pure consacrato, un monaco che non può confessare né dire messa: il fondatore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi.
Un nome dirompente, scrive il Giornale, perché da sempre iscritto all'ala progressista della Chiesa italiana, contestatore di certi aspetti della cattolicità, per alcuni non del tutto ortodosso, saggista di fama, editorialista di giornali come La Stampa e Repubblica, oltre che di Osservatore Romano e Avvenire.
Ma l' aspetto più clamoroso di questa nomina sarebbe stato il fatto che Bianchi non è prete, né vuole esserlo.