Palazzi & potere
Inps, tutta la verità sulla nomina di Tridico: la Dago "bomba"
Inps, ecco chi ha vinto e chi ha perso
Pasquale Tridico è il successore di Tito Boeri, il cui mandato è scaduto nei giorni scorsi (sabato per la precisione) alla guida dell'Inps. Lega e 5 stelle hanno faticosamente raggiunto l'accordo e la scelta è caduta sull'uomo indicato da Luigi Di Maio (e dal suo braccio destro Stefano Buffagni): "mister reddito di cittadinanza" come è già stato soprannominato.
Tutto sommato una nomina prevedibile, rivela Dagospia, dopo l'ok grillino a Paolo Savona in Consob, alla negata autorizzazione da parte dei 5Stelle a procedere contro Matteo Salvini per il caso Diciotti ("Matteo era terrorizzato dal dover mettere il proprio futuro politico nelle mani dei magistrati" raccontano da via Bellerio) e soprattutto al gran rifiuto del favoritissimo Mauro Nori, non disponibile, si dice, ad accettare posizioni di ripiego, senza vere deleghe operative: "Troppo esperto, non è tipo a cui piace tagliare i nastri" spiegano dall'Ente di previdenza.
L'intesa adottata da Lega e 5Stelle prevede Tridico prima commissario e poi Presidente, a parte una fase iniziale di 45 giorni. Francesco Verbaro, invece, sarà dapprima subcommissario e dopo vicepresidente. Gabriella Di Michele, stimata anche in ambienti leghisti, rimarrà con tutta probabilità Direttore generale dell'istituto di previdenza, continua ancora Dagospia.
Insomma, all'interno dell'Inps sono in molti a ritenere che in realtà anche stavolta la Lega abbia vinto la partita: dare la Presidenza a Tridico, totalmente a digiuno di una macchina burocratica gigantesca come quella dell'Inps, vale molto meno che tenere in mano le altre due pedine, Verbano e la Direzione Generale: due a uno per Matteo Salvini.
Nella Lega ne sono ben coscienti ed infatti sono soddisfattissimi di come sono andate le cose: "I grillini pensano di aver vinto la partita ma le cose stanno diversamente. Presto se ne accorgeranno". Insomma, il rischio per i 5Stelle è di trovarsi nuovamente schiacciati dall'organizzatissima ed efficientissima macchina da guerra leghista. Tanto più se poi, con un colpo di scena, all'ultimo momento dovesse rientrare in partita il potentissimo Mauro Nori. Perchè l'attuale Dg, dovrà comunque essere riconfermato. E non si può mai sapere.