Intelligenza Artificiale, ecco come l'Umanità cambierà nei prossimi 30 anni
Intelligenza Artificiale, l'Umanità cambierà di più nei prossimi 30 anni che nei precedenti 300
Ci stiamo avvicinando ad un’epoca in cui anche il confine tra la vita e la morte sarà sempre meno chiaro e l’era digitale sta segnando una trascendenza riguardante il cervello biologico e l’attività cardiaca come supporto alla vita.
Il cervello umano è un reticolo di potenziali elettrochimici e di tessuto e contiene circa 86 miliardi di neuroni collegati in rete attraverso 100 trilioni di sinapsi (100.000.000.000.000.000.000). L'imaging di un singolo millimetro cubo di tessuto può generare più di 1.000 Terabyte di dati mentre l’intero cervello genererebbe 1.230.000.000 TB pari a 1,23 Exabyte cioè quasi il volume di dati creati in 8 mesi da tutto il genere umano.
Ora considerato che ogni cervello umano è diverso da tutti gli altri, poiché gli attuali cervelli sono 7.5 miliardi viene da chiedersi quanto spazio occuperebbe il loro imaging. Detto in questo modo si comprende meglio da dove viene il nostro “libero arbitrio”.
Si comprende meglio anche quanto siano lontane le stupende tecnologie odierne dalla macchina umana che si è evoluta in 2,5 milioni di anni se ci riferiamo alla Preistoria oppure in 200.000 anni se ci riferiamo all’Homo Sapiens.
Eppure esistono società come Augmented Eternity (https://www.media.mit.edu/projects/augmented-eternity/overview/ ) o la Eterni.me (http://eterni.me) o ancora la Carbon Copies che pensano di poter trasferire la nostra identità dentro un supporto fisico per renderla eterna e poi, dopo la nostra morte, far gestire i dati conservati da una tecnologia di intelligenza artificiale riportando in vita la mente della persona morta.
Nasce qui il primo paradosso. Oggi come è noto si dichiara una persona morta quando non ci sono più segnali elettrici cerebrali, cioè si dichiara “la morte cerebrale” di una persona, ma se il cervello un giorno potesse essere trasferito dentro un supporto di memoria magari quantistico, come potremmo dichiarare la morte di qualcuno? Credo che senza saperlo ci stiamo avvicinando ad un’epoca in cui anche il confine tra la vita e la morte sarà sempre meno chiaro e l’era digitale sta segnando una trascendenza riguardante il cervello biologico e l’attività cardiaca come supporto alla vita.
Così anche la disperazione di Roy Batty l’androide di Blade Runner espressa nell’ultimo monologo potrà placarsi:
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»
Oggi esistono due filoni di ricerca, c’è chi prova a far apprendere ad un software la razionalità umana e un po’ di emozioni e c’è chi prova a ottenere una mappa del cervello per comprenderne l'organizzazione e le interazioni neurali.
Il primo si chiama Artificial Intelligence, il secondo Connettomica.
Ho già scritto dell’Intelligenza Artificiale ma vorrei ora soffermarmi sul timore molto diffuso riguardo al fatto che la ricerca in questi due settori stia andando oltre i limiti, ma nessuno mi dice quali siano e chi li avrebbe stabiliti.
Innanzitutto non possiamo aspettarci che questa tecnologia sia limitata, essa non lo è per natura, ha l’aspirazione di sostituire la razionalità umana.
Poi dobbiamo capire che dilagherà e che ci adatteremo alla sua presenza, ma essa non potrà mai sostituire l’essere umano, né rivoltarsi contro di lui e vi spiego il perché.
L’Uomo (principalmente l’esemplare maschile) combatte per il possesso delle risorse e/o per il dominio e la sua minaccia definitiva la si può sintetizzare nell’espressione : “O la borsa o la Vita”, ma l’Intelligenza Artificiale non ha il senso della Morte, non capisce cosa sia la vita e non può sapere che può minacciare un essere umano per non far staccare l’energia che l’alimenta, un’ AI è meno dell’uccellino David Herbert Lawrence di cui scrive: “Mai mi fu dato di vedere un animale in cordoglio di sé. Un uccelletto cadrà morto di gelo giù dal ramo senza aver provato mai pena per sé stesso.” Un’ AI si lascia spegnere senza accorgersi della differenza.
Se invece un’AI capisce la differenza tra accesa e spenta e capisce che può minacciare un essere umano di morte per restare accesa, allora è stata programmata per questo scopo e quindi è un’arma, va classificata tra le nuove armi, come lo sono i worm, i malware ecc. ecc.
Propongo quindi che si cominci a distinguere tra Artificial Intelligence e armi che utilizzano tecnologie di Intelligenza Artificiale.
La Connettomica invece credo meriterebbe di più una approfondita riflessione etica, ma intanto già 46 mila persone hanno aderito al progetto ETERNI.ME e chissà quante lo faranno in futuro e dopotutto non è strano perché già oggi io stesso ho 12 persone che conoscevo, tra cui alcuni amici, che sono morti ma hanno ancora il loro profilo social e di loro non riesco neanche a cancellare il numero di cellulare e l’email nella mia rubrica che invece trasferisco da un device ad un altro.
Il Web è colmo di queste memorie che sono molto di più delle fotografie e dei filmini ricordo, perché il Web aggiunge il pensiero contestuale della persona conosciuta o dell’amico e lo ricorda in relazione al gruppo di persone che sono ancora vive e quindi riporta lo spirito della persona morta. Pensate a quanti di noi, che stiamo leggendo questo articolo, lasceranno il proprio profilo social come un parte di se anche dopo morti.
Perché il Web ha questa potenza rappresenta precisamente che la nostra esistenza E’ in quanto l’essere umano è una rete fatta di reti e ci mostra con chiarezza come questa rete possa beffare il tempo andando oltre l’unico confine insuperabile che è la Morte (cerebrale).
Perché il nostro cervello beffa spesso il tempo con la DNM (Default Network Mode), la rete nel nostro cervello che si attiva quando siamo a riposo e vagabondando tra i pensieri, viaggiamo tra le nostre esperienze del passato, quelle quotidiane e ipotizziamo un futuro.
La DNM scoperta nel 1991 Randy Buchner, uno studente laureato alla Washington University di st. Louis ha liberato le nostre menti dalla tirannia del presente regalandoci il desiderio del futuro.
Quindi Connettomica o Intelligenza Artificiale, in definitiva penso che dobbiamo assumere il dato che sta avendo luogo la più grande transizione nella storia dell'Umanità.
Questa sarà l'era in cui informazione e materia saranno interscambiabili, l'Umanità cambierà di più nei prossimi 30 anni che nei precedenti 300 anni. L'AI e la Connettomica ci offriranno molte opportunità e non escludo minacce. Insomma a lungo termine, saremo morti o immortali. Io nel frattempo ho prenotato un posto a ETERNI.ME per non perdermi questo spettacolo.
*Direttore Generale Link Campus university
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