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La Pagella di aprile: vero e falso nella politica italiana

A cura di Pagella Politica

Come se la sono cavata i politici italiani alla prova del fact-checking? Una rassegna delle dichiarazioni più interessanti delle ultime settimane – e la nostra verifica se i conti tornano.

I falsi

1. Matteo Renzi

a. Matteo Renzi ha scritto in un post su Facebook del 4 aprile scorso che “nel 2016 il potere d'acquisto delle famiglie è salito ai livelli top da quindici anni, dal 2001 (dati ufficiali Istat, usciti stamani)”.

Purtroppo per le famiglie italiane, non è vero: in base alle serie storiche Istat risulta che il dato del 2016, lungi dall’essere il migliore dal 2001, è inferiore a tutti quelli compresi tra il 2001 e il 2011 incluso. È invece superiore a quelli degli anni successivi, dal 2012 in poi. Renzi insomma sembra aver confuso 2001 e 2011.

b. Qualche giorno dopo, ospite di Porta a Porta il 10 aprile, Renzi ha dichiarato: “Abbiamo lasciato un tesoretto da 47 miliardi di euro, che è il fondo investimenti che avevamo messo da parte”.

Anche questa è un’inesattezza, che viene dall’uso di un termine fuorviante. “Tesoretto”, infatti, indica di solito soldi già disponibili, e per lo più ottenuti al di là delle previsioni. Ma qui si tratta di qualcosa di parecchio diverso. I 47 miliardi sono infatti quanto la legge di bilancio 2017 ha destinato per i prossimi 15 anni a un fondo per gli investimenti, ma non si tratta di soldi già nelle casse dello Stato.

c. Sempre nel corso della stessa puntata di Porta a Porta, l’ex presidente del Consiglio ha poi anche sostenuto che durante gli anni del suo governo: “la crescita è passata dal -2 al +1: nessun Paese, nello stesso periodo, ha fatto un balzo così grande”.

Il dato è quasi corretto (da -1,7% a +0,9%), ma la comparazione con gli altri Paesi gli dà torto. Molti Paesi hanno fatto un “balzo” simile a quello dell’Italia, e almeno sette Stati dell’Unione europea (Spagna, Irlanda, Grecia, Cipro, Slovenia, Croazia e Repubblica Ceca) ne hanno fatto uno maggiore.

2. Salvini e le rapine

Matteo Salvini, ospite di Omnibus su La7 lo scorso 4 aprile, ha dichiarato che “furti e rapine sono in aumento”. Il leader della Lega Nord sta insistendo molto nelle ultime settimane sulla necessità di modificare le leggi sulla legittima difesa, giustificandola anche con l’aumento del crimine.

Ma la sua è un’affermazione errata. In base agli ultimi dati Istat, riferiti al 2015, furti e rapine denunciati sono in sensibile diminuzione. I furti, dopo un periodo di costante crescita, nel 2015 tornano ai livelli del 2011 e le rapine fanno addirittura registrare il secondo dato più basso degli ultimi 10 anni (il record è del 2010).

3. Di Maio e la criminalità rumena

In un post su Facebook del 10 aprile scorso, Luigi Di Maio ha scritto: “L'Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall'Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE!”.

È un’affermazione sbagliata, in quanto lascia intendere che il 40% dei criminali rumeni viva in Italia, mentre guardando alla popolazione carceraria si nota che esiste un rapporto di 1 a 10 tra i rumeni detenuti in Romania e quelli detenuti in Italia.

Anche la dichiarazione del procuratore Ardita su cui Di Maio si è basato – esprimendosi in modo scorretto – è comunque discutibile. Se anche fosse vero che il 40% delle richieste di mandato di cattura europeo che arrivano alla Romania provengono dall’Italia, è altrettanto vero che circa il 40% della popolazione emigrata rumena risiede in Italia. Dunque, con un rapporto di proporzionalità perfetta, non c’è nessuna significativa anomalia che sembri giustificare l’allarme lanciato da Ardita.

 

I veri

Ci sono state però anche una serie di dichiarazioni che si sono rivelate corrette, in particolare dei ministri Minniti, Galletti e Lorenzin.

1. Minniti e le nazionalità dei terroristi

Commentando l’attentato di Stoccolma dello scorso 7 aprile e le indiscrezioni sull’identità del colpevole, il ministro dell’Interno ha dichiarato due giorni dopo: "Se è vero che si tratta di un cittadino uzbeko, da tempo residente nel Paese, si conferma quanto abbiamo rilevato dall'attacco di Charlie Hebdo in poi, cioè che i terroristi sono persone che vivevano negli Stati dove hanno poi colpito. Si conferma che l'equazione terrorismo e immigrazione è sbagliata e invece è sempre più evidente il rapporto tra terrorismo e mancata integrazione”.

È un’affermazione corretta: al netto dell’ultimo attentato di Stoccolma, su cui erano in corso ancora le indagini, i responsabili delle stragi terroristiche che hanno colpito l’Europa da Charlie Hebdo in poi erano in 19 casi su 21 cittadini di Stati membri dell’Unione europea.

2. Lorenzin e la spesa sanitaria

Lo scorso 10 aprile il ministro della Salute, ospite alla presentazione del rapporto Osservasalute 2016, ha dichiarato: “Non possiamo continuare ad avere una spesa sanitaria pari al 6,4% del Pil: dobbiamo aumentarla, portandola a quelli che sono i livelli europei”, implicando quindi l’esistenza una distanza da colmare.

Lorenzin ha quasi interamente ragione. La spesa sanitaria al momento non è al 6,4% del Pil ma al 6,8%. Tuttavia si prevede che cali al 6,4% per il biennio 2019-2020. La media europea in compenso è al 7,8% del Pil.

3. Galletti e le rinnovabili italiane

Il ministro dell’Ambiente in diretta web su “Agi - Viva l’Italia” lo scorso 19 aprile ha dichiarato: “Siamo più avanti della Germania sulle rinnovabili”.

Galletti ha ragione. L’Italia fa parte di quei Paesi che hanno già centrato l’obiettivo fissato per il 2020 sulla quota percentuale di consumi energetici soddisfatti da fonti rinnovabili. Per l’Italia l’obiettivo era il 17%, raggiunto già a fine 2014. Nel 2015, ultimo dato disponibile, era al 17,5%.

Per la Germania l’obiettivo per il 2020 è di poco superiore, al 18%, ma al 2015 la percentuale di energia consumata prodotta dalle rinnovabili si era fermata al 14,6%.

 

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