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Palazzi & potere
Legge elettorale: parla Ferdinando Imposimato. Ecco dove sta il trucco...

La nuova legge elettorale  è presa a modello dalla Germania con lo sbarramento del 5%.  Ma  è un tedesco truccato .  In Italia  candidati saranno indicati tutti su una sola scheda. Troveremo il nome di  un candidato in un collegio uninominale maggioritario  per ciascun partito , e una lista  di partito  bloccata  con un minimo di due e un massimo di sei candidati per la parte proporzionale.  Non potremo scegliere i candidati  con le preferenze. E questo viola l'art 48 sulla libertà di voto. Il voto sarà espresso in blocco: un solo segno sarà sufficiente a indicare insieme partito o movimento, il candidato uninominale  e quelli del listino. Chi non gradirà la formazione della propria squadra, avrà due alternative: cambiare bandiera o non votare.  La scelta per la scheda unica in Italia  rende impossibile  il voto disgiunto, come  invece avviene in Germania : dove votare un candidato e un partito  nell'uninominale  e un partito diverso nella  proporzionale è possibile .   Bisognerà mettere sulla scheda una sola croce, pena l'annullamento del voto.

Inoltre in Germania  c'è la certezza che chiunque arrivi primo nei collegi uninominali verrà eletto, perfino nel caso in cui le percentuali nazionali del proprio partito non lo giustificano. In Italia, vincere nel collegio uninominale non darà garanzia di farcela. Bisognerà che il partito superi il 5%.

Vista dall'alto, la geografia del prossimo Parlamento sarà rigorosamente proporzionale. Ogni partito avrà i seggi che si merita in base alla percentuale dei voti. Se  nessuno, come è prevedibile,  vincerà nel proprio collegio con oltre ll 50%, scatterà  un diverso meccanismo, fatto apposta per tutelare i vertici:  verrà eletto  il numero 1 del listino proporzionale. Con la conseguenza che tutti i caporioni dei partiti o movimenti pretenderanno  di  occupare la posizione  di numeri 1 del listino circoscrizionale.  Tornano i capilista bloccati imposti dall'alto ,contro il principio che il voto è libero , personale ed eguale,  di cui all'art 48 della Costituzione.

 Su richiesta del PD si è deciso di iniziare l'assegnazione dei seggi a livello circoscrizionale, partendo dai numeri uno dei listini proporzionali ( tre candidati al massimo) che l'elettore troverà sulla colonna di destra della scheda. Solo dopo questa prima scelta , scatteranno i seggi per i  vincitori  dei collegi uninominali in quella stessa circoscrizione, e ove ci fosse la disponbilità di voti , verrebbero pescati i numeri  2 e 3 dei listini proporzionali.

 Poi se il partito o il movimento avrà conquistato altri seggi nella circoscrizione, scatteranno i vincitori del rispettivo collegio uninominale. Se resteranno seggi da occupare , scatteranno  i vincitori  del rispetivo collegio uninominale. Una volta esauriti i vincitori del collegi, se resteranno seggi da occupare, scatteranno gli altri nomi dei listini. Infine i migliori perdenti dei collegi .

Sono inoltre previste  multicandidature per i big dei partiti. Ogni candidato, a discrezione assoluta del suo segretario ,  potrà candidarsi in un collegio uninominale e, per sicurezza,  potrà  fruire di tre paracadute in altrettanti posti  di capolista  nel listino proporzionale. La corsia preferenziale  per i capilista bloccati e  le multicandidature, conferiscono ai capi bastone una notevole capacità di  controllo dei rispettivi gruppi parlamentari.

Il metodo scelto appare un sistema infallibile per mettere le oligarchie dei partiti  e i loro fedeli peones al riparo dal rischio di essere trombati, anche  se immeritevoli. I più furbi sono catapultati nei collegi sicuri e blindati, E comunque avranno  tre opzioni  proporzionali da sfruttare. La soglia del 5% fa scattare un premio implicito per i partiti più grandi. I voti  dei piccoli partiti che non raggiungono il 5% vanno ai grandi partiti .

Quelli che  non amano la versione italica del modello tedesco , tra cui chi scrive, sanno  che in Germania, tutti i candidati, nessuno escluso,  vengono scelti dagli iscritti  ai partiti con nome e regole  stabilite da una legge sui partiti. In Italia, invece,  non avverrà  ;   Moro  ammonì:  i partiti  “devono operare con metodo democratico quale è universalmente riconosciuto; ed è evidente che se non vi è una base di democrazia interna, i partiti non potrebbero trasfondere un indirizzo democratico nella vita politica del paese”.

 La legge sui partiti in attuazione dell'art 49 della Costituzione, approvata dalla Camera, langue al Senato: le segreterie di partiti in Italia potranno fare  come voglino, scegliendo non i più capaci ma i più protetti. Se per  semplificare il quadro politico , si deve restituire alle segreterie  dei partiti e dei movimenti  il potere di scegliere chi eleggere e lasciare  che le segrerie  o i vertici  facciano una maggioranza su misura, non è la scelta migliore. La scelta dei parlamentari  viene fatta  non sulla base della competenza ma  della obbedienza al capo.

 I 5 stelle  avranno le parlamentarie on line. Certo ma chi sarà  a fare le liste?   Staremo a vedere se  verrà rispettata la democrazia diretta che è un pregio del M5S, ma talvolta vacilla .

La legge non darà stabilità all'Italia.  Dopo le elezioni sarà difficile formare una maggioranza stabile , anche unendo le forze del PD e di FI. Mentre il M5S, anche se fosse il maggiore partito ,  potrà fare un governo di minoranza che non durerà, perché sarà ostacolato dall'opposizione  che difende la legge sul Job act, la buona scuola , le grandi opere intili  e il finanziamento della Banche.

La decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale il doppio turno fu   errata ed illegittima; conseguente alle pressioni del governo  Renzi  sulla Corte Costituzionale :  La Ministra Boschi andò più volte a fare visita a un magistrato  della Conulta prima della sentenza ; una decisione che si poneva in contrasto col referendum popolare abrogativo  del  18 e 19 aprile 1993 che bocciò  il mattarellum:gli italiani espressero la volontà inequivocabile di abbandonare il sistema proporzionale ( con i seggi ripartiti tra tutte le formazioni politiche, anche piccolissime, sulla base dei voti conseguiti) utilizzato ininterrottamente in Italia dalle elezioni del ’48 fino ad allora.

A motivare il desiderio di cambiamento, nel clima  del dopo tangentopoli, c’era  la convinzione che fosse stato proprio quel sistema la causa di alcuni mali endemici del sistema politico italiano, quali l’instabilità dei governi, la complessità e la fragilità delle maggioranze (con tanti mini partiti capaci di condizionare l’esecutivo in modo sproporzionato al loro peso elettorale reclamando vantaggi ingiustificati), la corruzione e l'aumento della spesa pubblica.

Il Prof Giovannui Sartori  fece notare che se in Parlamento nessun partito ha la maggioranza assoluta, come avverrà in Italia,  si deve fare ricorso a un governo di minoranza o a governi di coalizione.  Nel coalition making  il M5S è impossibilitato a fare alleanze, anche se diventerà il primo partito : è scritto nel suo statuto.. La scelta proporzionale fu nefasta   per la Repubblica di Weimar ,  e portò al nazismo come sarebbe nefasta per l'Italia . Alexis de Tocqueville  in  democrazia in America disse :<< non ho difficoltà ad ammetterlo: vedo nella elezione di doppio turno il solo mezzo di mettere l'uso della libertà politica alla portata di tutte le classi del popolo.  Cadono in errore sia coloro che sperano di fare di questo mezzo l'arma esclusiva di un partito sia coloro che lo temono>>.

 

 

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