Lotta alla povertà: che fare? Parla Dario Vassallo
La povertà che interessa il nostro Paese è come un male subdolo che agisce in silenzio apportando danni ingenti e molto volte irreparabili.
Con 4.742000 poveri assoluti, che coinvolge 1,6 milioni di famiglie e con un trend sempre in aumento, significa che anche questo parametro indica che il Paese sta inesorabilmente andando verso un declino, forse inarrestabile e che la povertà interesserà negli anni futuri soprattutto la classe media.
I dati reali tra 3 - 5 anni tenderanno ad aumentare in quanto il ceto medio, in questi ultimi anni, per mantenere lo stesso tenore di vita si è visto costretto a vendere o meglio a svendere le proprie proprietà immobiliari, come case, appartamenti , terreni, o anche la propria macchina.
La povertà deve essere intesa non solo come povertà di soldi, di capitale, ma come una povertà culturale, sociale , non serve elargire solo denaro ai poveri, perchè è dimostrato che la maggior parte di questi soldi sarebbero consumati in slot machine o altri giochi alla ricerca di qualche illusoria vincita.
Anche per questo fenomeno occorre un piano di azione decennale, con investimenti notevoli che portano non solo ad elargire denaro ma a creare, soprattutto nelle infinite periferie delle nostre città,centri di aggregazione e soprattutto lavoro .
E' nelle grandi città che c'è la più alta percentuale di povertà e soprattutto nelle periferie ;è qui che mancano cinema, teatri, parchi, centri di aggregazione ed è qui che c'è il più basso numero di laureati e la più alta percentuale di disoccupazione.
Purtroppo è sempre la politica a creare ricchezza e povertà, e il tanto decantato aumento del PIL di questi ultimi giorni, determinerà sicuramente un aumento della ricchezza, ma non inciderà nulla sui poveri ,anzi, saranno marginalizzati sempre di più.
Se poi volessimo valutare la ricchezza di un Paese, non solo per il PIL ,ma anche per la Qualità della Vita , con circa 5 milioni di poveri non saremmo certamente nelle prime posizioni.
Ormai viviamo in un Paese che vive di retorica e di apparenze e la disparità tra le classi sociali è sempre più evidente e la distanza tra di loro aumenta sempre di più.
Nel governare ci vorrebbe un cambiamento radicale, invece di fare accordi sottobanco, ( PD - Forza Italia) per governare insieme e occupare una poltrona o spartirsi i dicasteri, ci vorrebbe ,tra tutte le forze politiche, un accordo prima delle elezioni, su punti chiave di importanza nazionale come;
- Lotta alla mafie e alla corruzione
- Piano di salvaguardia del territorio
- Lotta agli sprechi nell'amministrazione pubblica
- Sviluppo di territori
- Lotta alle povertà
Punti che dovrebbero avere una struttura portante fissa e non modificabile e, un'altra parte, modificabile in rapporto alle esigenze del Paese o degli eventi che si presenterebbero durante la legislatura.
Sarebbe una cosa diversa di intendere la politica, agire per il bene del Paese e non per il bene di un partito o ancor peggio per il bene di se stessi o di gruppi di potere.
Non è follia, è solo un modo diverso di intendere la politica e per salvare il Paese.
Dario Vassallo
Presidente Fondazione Angelo Vassallo