M5S, Di Maio.Le nuove parlamentarie saranno online, ma ai capi l'ultima parola
M5S, Di Maio. Le nuove parlamentarie saranno annunciate subito dopo lo scioglimento delle Camere
I capi aspettano che venga sancita la conclusione formale della legislatura per bandire ufficialmente la corsa verso la poltrona romana. Poi le «parlamentarie», che dovrebbero celebrarsi nel mese di gennaio. Non sarà come 5 anni fa, quando le condizioni erano poche, scrive il Manifesto: non aver compiuto quarant' anni (solo per la Camera), niente cariche elettive con altri partiti, fedina penale immacolata e obbligo di residenza nel collegio in cui si era candidati. Adesso queste norme si incrociano con i paletti del Rosatellum, a cominciare dalla necessità di scegliere tra listino proporzionale e collegi uninominali, il rispetto delle «quote di genere». Basta questo a complicare ulteriormente la faccenda, ingarbugliare i calcoli di chi punta alla rielezione, confondere i tanti che dai territori sognano un posto al Parlamento. Nel 2012 gli aspiranti furono 1400, ora se ne aspettano molti di più.
Un percorso che punta a garantire lo svolgimento della consultazione sulla piattaforma Rousseau, considerato elemento identitario fondamentale. Ma al tempo stesso, il nuovo statuto elettorale lascerebbe ai vertici - e non alle scelte della consultazione digitale - le mani libere di sistemare le cose.
I vertici, continua il Manifesto, spingono per decidere loro chi saranno gli sfidanti per la parte maggioritaria, in modo da evitare che alcune caselle vengano assegnate a concorrenti considerati troppo deboli o a rischio. Verrebbe codificata una «clausola genovese», che riconoscerà ai capi il diritto dell' ultima paro la: saranno loro a comporre il tabellone e a stabilire che un candidato vincente alle parlamentarie non sia degno di fiducia, come avvenne nel capoluogo genovese per l' aspirante sindaca Marika Cassimatis. Un cambiamento non da poco: il M5S ufficializza il potere quasi assoluto di chi sta al vertice della piramide.