Palazzi & potere

M5s: Merito, lavoro e reddito di cittadinanza

Arcangela Galluzzo

M5s: il lavoro in Italia per molti, troppi, non c’è anche quando si è dotati di merito e competenza

Senza voler generalizzare, ma solo per capire. Il reddito di cittadinanza viene assegnato così, come fosse una regalia che lo Stato fa, con tanti paletti e condizioni, a chi si trova in una condizione di difficoltà economica, lo stesso Stato che, Costituzione alla mano, è l’Italia, una Repubblica fondata sul Lavoro. Un lavoro che per molti, troppi, non c’è anche quando si è dotati di merito e competenza. Un lavoro per il quale non vengono create le condizioni, come, a titolo esemplificativo e non esaustivo, sgravi fiscali, veri, per le imprese che assumono o incentivi alle piccole e medie imprese su cui buona parte dell’economoia di questo Paese si fonda ed è, da sempre, strutturata.

Un reddito di cittadinanza finanziato, perché come noto il bilancio deve essere in pareggio, con la diminuzione delle pensioni e non solo quelle cosiddette d’oro, il cui taglio produce davvero poche risorse, ma quelle che superano di poco i 1500euro. Una vita di contributi e di lavoro falcidiati da una manovra che prende in considerazione più le promesse che l’essere.

Un reddito di cittadinanza che prescinde dal merito e non proietta al futuro. Non va oltre. E non considera che chi è in stato di difficoltà economica può essere sostenuto dalle strutture preposte del proprio Comune (maggiori fondi ai Comuni meritevoli e virtuosi forse andavano previsti). Quanto alle politiche attive per il lavoro che dovrebbero seguire al reddito di cittadinanza, anch’esse, da anni e anni, vengono garantite dalle Regioni attraverso il Fondo Sociale Europeo. Migliorare gli strumenti già esistenti sarebbe stato meglio di un regalo, di fatto una tantum, a discapito dei pensionati, della classe media, dei nostri risparmi e con buona pace delle prospettive.