"Millennials, generazione zero euro". Il rapporto:meno soldi, lavoro e diritti - Affaritaliani.it

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"Millennials, generazione zero euro". Il rapporto:meno soldi, lavoro e diritti

Millennials, studio di Credit Suisse: "Patrimoni dimezzati rispetto ai genitori"

POVERI Millennials. Tutto si può dire sui giovani nati a cavallo degli anni Duemila tranne che siano fortunati. Sono stati le vittime predestinate della più lunga e grave crisi dal Dopoguerra. Rischiano di saltare a piè pari l'appuntamento con il mercato del lavoro. Per trovare casa devono sudare sette camicie per trovare un istituto disposto a concedere loro un mutuo. La pensione, poi, è un miraggio. Se pure riusciranno ad agguantarla, sarà molto modesta e insufficiente a garantire una vecchiaia al riparo dalla povertà. Insomma, c' è poco da fare, scrive il Qn: rispetto ai propri nonni, nati durante gli anni del boom, e rispetto ai propri genitori, cresciuti all' ombra della spesa facile e del debito pubblico, gli under 34 sono i figli della crisi e destinati a fare i conti con un mondo più povero. E la grande recessione non ha colpito solo in Italia.


LA GENERAZIONE nata negli anni Duemila, infatti, si legge nel rapporto sulla ricchezza mondiale elaborato da Credit Suisse, «oltre ad essere colpita dalle perdite di capitale dovute alla crisi finanziaria globale, è sposta direttamente alle sue conseguenze: disoccupazione, maggiori disparità di reddito, aumento dei prezzi degli immobili, inasprimento delle norme sulle ipoteche e, in alcuni Paesi, aumento significativo del debito studentesco. Rispetto alle generazioni precedenti, avrà inoltre un accesso meno agevole alla pensione». In Italia, ad esempio, secondo le ultime previsioni, rischiano di dover lasciare il lavoro a oltre 70 anni e con assegni da fame a causa della mancanza di contratti stabili. Ma non basta. Per quanti sforzi facciano, continuia il Qn, non riusciranno mai a raggiungere i livelli di ricchezza dei propri genitori. Basta vedere quello che sta succedendo negli Stati Uniti dove il patrimonio medio detenuto dalle persone fra i 30 e i 39 anni è esattamente la metà rispetto alla fascia di popolazione che ha una decina di anni in più.