Palazzi & potere
Elezioni 2018, Pd: malumori tra i Millennials di Matteo Renzi

Elezioni 2018, Pd: dopo molte promesse rischiano di rimanere a bocca asciutta: non ci sono seggi
"Crediamo che sia decisivo dare un forte segnale di rinnovamento soprattutto nelle liste che il Pd presentera' alla Camera, al fine di continuare nel percorso di cambiamento positivo portato avanti anche con lo spazio di rappresentanza dato ai giovani in direzione nazionale Pd". E' quanto chiedono i Millennials dem, dopo la direzione nazionale del partito. "La legislatura appena trascorsa ha dimostrato che la produttivita' dei giovani eletti in questa legislatura e' stata molto alta. Il parlamento - spiegano i giovani dem - e' il luogo piu' importante della nostra democrazia e sappiamo che il lavoro di parlamentare richiede serieta', preparazione, competenza, affidabilita', capacita' di fare squadra, spirito di abnegazione, senso dello Stato: e' necessario avere coraggio e favorire un ricambio generazionale, che consenta di interpretare meglio le passioni e le esigenze di una generazione lontana, desiderosa di tornare ad appassionarsi alla politica".
Ad animare la richiesta di rinnovamento nelle liste ci sono innanzitutto i giovani renzianissimi come Davide Ragone, presidente dell'associazione Futuredem, il quale chiede di essere candidato almeno in un collegio uninominale in Toscana. A lui si aggiunge Marco Schirripa, calabrese molto vicino al Ministro Minniti e Ludovica Cioria, pupilla del ministro Maurizio Martina. Sembra ormai compromessa la situazione di Mattia Zunino, segretario nazionale dei giovani democratici, al quale potrebbe solo spettare solo una candidatura nel collegio perdente di Savona, così come quella di Dario Costantino, giovane esponente della corrente di Emiliano, e sfidante perdente dello stesso Zunino. Incerta la situazione anche negli orlandiani, dove si registrano però le candidature di Marco Sarracino a Napoli e Caterina Conti in Friuli.
Una cosa però è chiara: per Renzi il tema della rottamazione è stato decisivo riguardo il successo della propria carriera politica, e costruire una lista con solo uscenti, oltre la grana degli alleati come Casini a Bologna, non sarebbe sicuramente un bel segnale da dare, specie a chi lo ha sostenuto sin dall'inizio. Questo lo hanno capito almeno i giovani del PD.