A soli due giorni dal referendum costituzionale, incredibilmente, pare che il governo Renzi abbia deciso di nazionalizzare MPS, la banca rossa per eccellenza sull’orlo del fallimento, per via della sciagurata gestione fatta dagli amministratori vicini al Partito democratico.
Il presidente del Consiglio si deve essere reso finalmente conto che la sua ‘soluzione di mercato’, quella che ha sempre sostenuto e che lo scorso gennaio ancora lo spingeva a dire che ‘MPS è un affare’, è fallita miseramente.
Renzi ha perso due anni, fatto fallire 4 banche e fatto perdere soldi a tutti prima di accorgersi che il decreto ‘Bail in’ non era da approvare.
Avesse accettato subito la nazionalizzazione delle banche in difficoltà, al contrario, avrebbe risparmiato all’Italia il fallimento di 4 istituti, l’affossamento in Borsa di MPS, Unicredit, Carige, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, e l’azzeramento di decine di migliaia di clienti, che dalla sera alla mattina si sono ritrovati senza i loro risparmi.
Invece, a quanto si apprende, la proposta di nazionalizzazione sarebbe stata inviata alla UE solo in questi giorni.
Chissà a questo punto cosa ne penseranno i cittadini e i risparmiatori italiani.