Palazzi & potere

Osce: l’Italia guida il gruppo di contatto sul Mediterraneo

Isabella Ciotti

I giovani dei sei Paesi partner dell’Osce nell’area raccontano il Mediterraneo il 19 gennaio in una conferenza dello IAI alla Farnesina

Dal 7 dicembre l’Italia è alla guida del gruppo di contatto sul Mediterraneo dell’Osce, incarico - ereditato dall’Austria - che anticipa la presidenza italiana dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, fissata per il 2018. In poche parole, l’Italia sarà a capo dell’organo di partenariato dell'Osce con cui interagiscono i sei partner mediterranei dell'organizzazione: Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco e Tunisia. Con loro si lavorerà sulle principali questioni di interesse della regione, dagli squilibri politici in Medio Oriente ai rapporti tra Paesi arabi ed europei, dall’emergenza rifugiati alla minaccia costante del terrorismo. Problemi che coinvolgono l’Italia per la sua vicinanza alle zone di crisi, ma prima ancora le popolazioni che in quelle zone vivono.   

Un primo passo in questa direzione è la conferenza internazionale del 19 gennaio, organizzata dalla presidenza italiana del gruppo Mediterraneo insieme all’Istituto Affari Internazionali e al Ministero degli Esteri. Come s’intuisce dal titolo, “Youth and the Mediterranean”, protagonisti saranno i giovani, tra cui molte donne, tutti ricercatori provenienti dal Nord Africa e il Medio Oriente.

I giovani, del resto, sono in prima linea in quest’infinita fase d’instabilità in Nord Africa e in Medio Oriente. Ispiratrici della Primavera Araba e avversarie dell’autoritarismo già da prima del 2010, a distanza di sei anni le nuove generazioni subiscono ancora gli effetti di una rivoluzione andata storta. Lasciate sole, private del lavoro e di opportunità, sono anche le più esposte al contagio delle ideologie più radicali. 

Da oggetto di studio i giovani dei Paesi arabi diventeranno, nell’occasione, studiosi di sé stessi, offrendo la loro interpretazione di quanto accade nel Mediterraneo e proponendo possibili soluzioni. Quattro, in particolare, i temi delle ricerche che saranno presentate: il cambiamento climatico, la crisi delle istituzioni e del sistema-stato in Medio Oriente, la radicalizzazione e la minaccia del sedicente Stato islamico, l’immigrazione e la crisi dei rifugiati.

Gli studiosi - provenienti da Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Marocco, Tunisia e Palestina – sono stati selezionati nell’ambito del progetto New-Med, una rete indipendente di ricercatori, esperti e rappresentanti delle società civili delle due sponde del Mediterraneo che realizza studi e analisi sulle dinamiche sociali, politiche, culturali e di sicurezza dell’area. Avviato nel 2014, il progetto è guidato dall’Istituto Affari Internazionali in cooperazione con il Segretariato dell’OSCE, la Compagnia di San Paolo di Torino, il Ministero degli Affari Esteri e il German Marshall Fund (GMF) of the United States.

Isabella Ciotti