Piaccia o meno sta nascendo un nuovo bipolarismo
Quel che sta accadendo oggi a Milano sa dell'incredibile: la Lega ha organizzato un raduno di chiusura della campagna elettorale per le amministrative della capitale economica d'Italia senza invitare il candidato sindaco che il Carroccio formalmente sostiene, Stefano Parisi. Quest'ultimo prova a volare alto con la sua comunicazione a mostrare le sue idee di cittadino cosmopolita e innovatore, ma con la retorica delle ruspe e delle ronde, Salvini lo zavorra inesorabilmente al terreno. La frattura tra un centrodestra a vocazione moderata ed uno polarizzato verso le "ruspe" e il sovranismo anti-euro ha in questo episodio milanese la sua metafora più esplicita. Purtroppo, a Milano come nel resto d'Italia, l'ipotesi leghista ha oggi un peso sovrastante e decisivo, tale da compromettere la possibilità che quell'area politica possa esprimere un'alternativa di governo a Matteo Renzi.
Le elezioni amministrative hanno ovviamente dinamiche distinte da città a città, ma c'e una tendenza ormai evidente: dovendo scegliere, Salvini preferisce oggi flirtare con il Front National in Europa e con il M5S in patria, anziché convincere l'elettorato moderato. La "buffa" alleanza tra Salvini e Grillo prenderà forse forma nei ballottaggi e con sempre maggior forza in occasione del prossimo referendum costituzionale.
Che piaccia o meno, questo sta disegnando un nuovo bipolarismo: da un lato le forze di questa nuova demagogia, dall'altro l'ampio fronte delle forze riformatrici, europeiste e di buon senso. Da quale parte deciderà di schierarsi Berlusconi? Nonostante il passare degli anni e l'evidente calo di consensi, le sue scelte saranno ancora molto importanti.
Gianfranco Librandi