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Palazzi & potere
Renzi, Parisi, Berlusconi, M5s: parla Daniele Capezzone

Ieri, Raffaele Fitto e i Conservatori e Riformisti (il gruppo thatcheriano e pro-primarie di cui Capezzone è sin dall’inizio uno degli animatori) hanno annunciato le iniziative delle prossime settimane: si comincia l’8 settembre, a Roma, con 5-6 proposte forti che verranno messe in campo per il rilancio di un centrodestra liberale (l’iniziativa si chiamerà “Centrodestra riparte”). E, su un altro piano, gli affezionati attendono per lunedì 5 il ritorno della newsletter quotidiana di Capezzone (quella “curata” dalla mitica Giuditta, la gattina liberale antitasse, la micia British che se la prende spesso con il premier Renzi), che alle 7 di mattina offre un punto di vista quotidiano controcorrente sulla politica interna e su quella internazionale. Affaritaliani ha parlato di tutto questo e di molto altro proprio con Daniele Capezzone.


Capezzone, come finisce questa estate italiana?
Purtroppo, termina com’è cominciata. Con una drammatica inconsapevolezza della classe dirigente italiana. Lo dico con rispetto: ma non capisco di cosa parlino. Politici, media, “esperti”…Si rende conto che non dicono una parola sul rischio-terrorismo, come se fosse scomparso dai radar? Che si sono “dimenticati” l’immigrazione? Che hanno messo la sordina alla crisi bancaria, che tornerà a esplodere nelle prossime settimane? Nessuna visione, nessuno sguardo “lungo”, solo risse e rissette di giornata. Oggi vedrà che rissa sull’Istat, per capire se l’Italia nell’ultimo trimestre è cresciuta, cioè non è cresciuta, dello “zero” o dello “zero virgola uno”…Ma si rende conto? Litigano per i biglietti di prima classe sul Titanic…

In che senso?
Mi sembrano (cambiando quel che c’è da cambiare) simili ai deputati del 1992, che stavano per essere massacrati e spazzati via, ma non lo capivano, e anzi contribuivano attivamente a scavarsi la fossa. Allora, era il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Stavolta, è il passaggio dalla Seconda Repubblica (che non ha funzionato) alla Terza: quella dell’emotività, dell’irrazionalità, della paura e della rabbia. La nostra classe dirigente non studia, non sa cosa leggere, temo non abbia gli strumenti e i “codici” per capire quello che accade…Non hanno capito Brexit, non capiscono quello accade alle elezioni Usa, non ne azzeccano una…Se in tutto il mondo crollano architetture istituzionali e politiche molto più solide delle nostre, figurarsi il nostro piccolo condominio italo-italiano…

Traduzione?
Senta, c’è un immenso ceto medio incazzato, spaventato, che vede intaccate le sue certezze. Che non ha speranze per i figli. Che (pure se non ha perso il posto di lavoro) vede peggiorato il proprio standard di vita. E che ora disprezza tutti. Sono milioni di persone che, negli anni passati, hanno sperato in qualcosa, indipendentemente dalle scelte di voto…Tanti di loro, pur senza votarlo, avevano ad esempio sperato che Renzi in due anni facesse qualcosa…

E invece?
E invece non ha combinato niente, due anni persi a giochicchiare con l’Italicum e il Senato (senza abolirlo, peraltro, ma rendendo le cose ancora più contorte). L’unica cosa che gli è riuscita (chapeau!) è stata distruggere la sua immagine: da rottamatore a professionista del selfie. Purtroppo per lui, Renzi si è rivelato un figlio del caso, senza profondità di analisi, e vive politicamente di espedienti: gli 80 euro, l’occupazione della Rai stile Eiar, eccetera.

Ma non sarà mica tutta colpa di Renzi…
Ma no, ha ragione. Purtroppo – per varie ragioni – sono mancate all’appuntamento tutte le formule politiche di questi anni: il vecchio centrosinistra (quello delle “tasse bellissime”), il centrodestra berlusconiano (che purtroppo ha perso l’occasione di dare uno sbocco politico a una maggioranza sociale di piccole imprese e outsider), le devastanti “junte” tecniche, e ora il renzismo.

Ma perché non ce l’hanno fatta?
Perché, per una ragione o per l’altra, non hanno potuto/saputo/voluto affrontare i cancri italiani, che sono essenzialmente tre. Tasse alte, spesa alta, debito alto. Se non aggredisci quelle tre malattie con una cura “choc”, non c’è rimedio. Da due anni (prima con un piccolo libro, poi con il lavoro che in Parlamento abbiamo fatto noi Conservatori e Riformisti) abbiamo cercato di mostrare che è possibile (non solo necessario) un megataglio di tasse e spesa, con effetti benefici sul debito, che a sua volta va aggredito (privatizzando). Ma non nego che sia tardi, e che tante occasioni siano state perdute. Meglio tardi che mai, però.

E invece?
E invece troppi (nella politica e nei media, con il contributo degli immancabili “esperti”) preferiscono parlar d’altro, giochicchiare. E non vedono che – mentre giochicchiano – l’incazzatura cresce. Tutto il mondo occidentale viaggia verso una “post-democrazia”, come dicevo prima, tra emotività ipermediatizzate, mercanti di rabbia, spacciatori di paura. L’unico modo che hai di fronteggiare tutto questo è una coraggiosa agenda liberale e riformatrice. Ma se non lo fai…

Se non lo fai…?
Se non lo fai, stai lavorando per i Cinquestelle, i quali a loro volta, prima o poi, saranno divorati (vedi Roma, dove, come si dice, stanno “cappottando in parcheggio”…) dalla tigre che credono di cavalcare. Finora, hanno trionfato nonostante dicessero delle cose allucinanti: dalla politica estera all’economia. Ma comunque quei ceti medi incazzati, davanti alla possibilità di liquidare con un vaffanculo un intero ceto politico, hanno votato Cinquestelle. Scusi, facciamo a capirci: senza idee, senza progetti, ma solo in un gioco di emozioni e irrazionalità, chi vince? Ovviamente vincono gli urlatori che – in un primo momento – appaiono senza peccato. Poi però, quando il peccato arriva (sotto forma di incompetenza, in questo caso), pure loro rischiano di essere travolti dalla rabbia che hanno alimentato. Ecco perché vedo similitudini con il ’92…Il punto è: quanto tempo occorrerà perché pure i Cinquestelle vengano divorati? Sei mesi o 3-4 anni? Lo scopriremo.

Ma queste cose gli altri non le vedono?
Ah, che le vedano non ho dubbi. Poi il punto è se le capiscano. Prenda le elezioni di Roma. Il Pd pensava di recuperare voti parlando di Olimpiadi l’ultima settimana. Si rende conto di quanto siano fuori dal mondo?

Però ora è arrivata la mazzata del terremoto.
Al netto di ciò che è doveroso (la pietas, il dolore, il silenzio), anche qui vedo pronta dietro l’angolo una “lettura” tutta politicante e politicista, un tatticismo senza strategia. Nella sostanza, vedo un Renzi che, con la scelta di Errani (degna persona, per carità) pensa più a scompaginare la sinistra Pd (e quindi a piegarla a un’intesa con lui) che non a unire il Paese…Poi, però, nell’immagine, vedo il Presidente del Consiglio, politicamente disperato per le ragioni che abbiamo detto, che cerca di darsi un tono “presidenziale”, e che pensa a 100 giorni di tv “da regime” che tirino la volata al suo referendum. E sa qual è il bello, cioè il brutto? Che la Commissione di Vigilanza guidata dal grillino Fico dorme, mentre il centrodestra che dovrebbe svelare questo gioco e rovesciare il tavolo è già in fase “ri-nazarena” o “pre-nazarena”. O almeno ha la tentazione…

E il Cav?
Guardi, dopo che, con Raffaele Fitto e tanti amici, abbiamo vissuto una dolorosa rottura (non volevamo il Nazareno: e – spiace ripeterlo – avevamo ragione da vendere), personalmente ho evitato polemiche sgradevoli, pur essendo stato, con i miei amici, oggetto di un trattamento umano e politico che non fa onore a chi l’ha voluto e praticato. Silvio Berlusconi deve scegliere: poteva (e forse può ancora, non lo so…) aiutare la ripartenza di un centrodestra che nel ’94 ebbe il merito di inventare e rendere possibile, oppure può far prevalere calcoli più piccoli, come ai tempi del “Nazareno 1”. E cioè accettare il declino di Forza Italia, dare una verniciata con Parisi, salvare il salvabile, stare sulla linea del 10%, e ripresentarsi con questo gruzzolo al tavolo del “Nazareno 2”, per il governo Renzi 2 o Padoan 1 o qualcosa del genere. Questa seconda prospettiva (che viene costruita giorno dopo giorno dai tg Mediaset) a me non interessa: e credo che non interessi agli elettori liberali.

E Parisi?
Ottima persona, per carità. Ma vederlo circondato da centristi, da Ncd, e soprattutto dagli “architetti” del “Nazareno 2” non promette nulla di buono. Ma dove vogliono andare, anche in prospettiva? Pensano davvero a una “grande coalizione” che sarebbe un fortino fragilissimo, assediato da una maggioranza sociale di incazzati? Durerebbero meno di un semestre…

Però dentro Forza Italia stanno litigando.
Vero, e alcuni in buonissima fede. Però non comprendo bene l’oggetto della contesa: c’è qualcuno che vuole le primarie sì o no? Il punto è lì: le regole e i criteri per costruire la sfida a Renzi come si scrivono? Con gli elettori (attraverso le primarie, come noi chiediamo invano da due anni) o in qualche stanza chiusa?

E voi Conservatori e Riformisti con Fitto che farete?
Noi offriamo a questo centrodestra da smontare e rimontare un software: siamo un partito delle idee.  Intanto le primarie. Se mi chiede un’opinione personale, io condivido in particolare lo schema del professor Anselmi (che noi, alla Camera e al Senato, abbiamo tradotto in una proposta di legge): primarie sul modello americano, una corsa sui territori e poi la convention finale. In modo che le primarie non siano una lotteria di un giorno come quelle del Pd, ma siano un percorso che consenta agli elettori di centrodestra di valutare le proposte in campo, e soprattutto consenta all’agenda di centrodestra di tornare protagonista. E poi le proposte di contenuto: l’8 settembre ne presenteremo 5-6 fortissime. Chi vorrà parlare con noi, potrà partire da lì. E sono cose che un centrodestra che voglia dirsi liberale non può ignorare. Per parlare al vero popolo degli outsider: artigiani, commercianti, partite Iva, risparmiatori, piccole imprese, lavoratori del privato. Serve un partito del risparmio, della proprietà, della piccola impresa; un partito meno tasse-meno spesa-meno debito-meno stato-meno pubblico.

E lei personalmente, Capezzone? Che fa?
Da un lato, cerco di aiutare il nostro movimento con un contributo di idee e proposte. Dall’altro, mi dedico a una piccola semina liberale: messaggi in bottiglia, a partire da economia e politica internazionale. Da lunedì riparte la mia newsletter, scrivo qui su Affaritaliani (grazie a voi per l’ospitalità!), e dove trovo spazio e comprensione… Pensi come sono patetico: credo nelle idee…Come diceva la Thatcher, mentre quasi tutti si preoccupano di cosa le persone “sentano”, credo che ci si debba anche e soprattutto preoccupare di cosa le persone “pensino”, rifornendole di software liberale. Ecco, mettiamola così: lavoro nel mio piccolissimo, come e dove posso, a rinnovare la cassetta degli attrezzi liberale, in tempi molto difficili…

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