Palazzi & potere
Sul rispetto della legge, maggioranza e opposizione dovrebbero concordare
Sul rispetto della legge, maggioranza e opposizione dovrebbero concordare
Se una professoressa di storia dell'arte in un liceo sente il bisogno di scrivere su Facebook, in occasione del barbaro assassinio (con undici coltellate!) del carabiniere Mario Cerciello Rega, la frase «Uno in meno!», la reazione dei maggiori partiti politici italiani avrebbe dovuto essere concordemente, pubblicamente e immediatamente negativa, scrive Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi. La loro reazione infatti avrebbe dovuto essere automatica come quando scatta la gamba di uno che è stato colpito alla rotula con il martelletto del medico. Invece nel copione italico, anche quando le cose sono chiare, come in questo caso, c'è un forza di centrodestra che strilla indignata e una di centrosinistra che, se va bene, sta zitta. Ma, in questo caso, ripeto, stando al fatto che stiamo analizzando, chi tace acconsente, come si dice motivatamente .
Ora, si può acconsentire che una docente di un liceo possa scientemente e meditatamente esprimere questa inaccettabile valutazione a danno di un servitore dello stato che è morto nell'adempimento del suo dovere? Se la forza di sinistra, su questo fatto, si defila, e non esprime immediatamente il suo dissenso, questo comportamento vuol dire, in sostanza, che essa ritiene che nelle sue fila ci sia un sacco di votanti che la pensano come la professoressa senza freni, e quindi, per non perderli, ritiene anche che essi vadano vellicati nel loro inaccettabile convincimento.
Ma se le cose stanno così, la forza di sinistra, se vuole connotarsi come un partito in grado di guidare lo sviluppo democratico del paese, nell'osservanza delle leggi e delle consuetudini che governano il vivere civile, deve porsi il problema di liberarsi della zavorra (piccola o grande che essa sia, non importa) che le impedisce di esprimersi risolutamente e sistematicamente contro i facinorosi. E ci si libera dalla zavorra solo esprimendo posizioni nette sull'illegalità e sulla diseducazione. Soprattutto quando viene praticata ed esibita da personale docente al quale le famiglie affidano i loro figli e il paese il suo avvenire.
Ovviamente il trinariciutismo riguarda anche il partito che alle ultime elezioni europee è stato il più votato, la Lega. Non è solo legittimo ma anche giusto battersi contro la delinquenza e lodare le forze dell'ordine quando esse conseguono positivi risultati nella lotta contro la malavita o quando, come in questo caso, nella lotta contro la delinquenza, pagano l'estremo tributo di sangue, ma è altamente deplorevole esercitare queste azioni superando il rispetto che è dovuto anche nei confronti di chi delinque o disattende le regole che presiedono all'esercizio della giustizia e che non possono essere invocate per fare una politica sommaria, anche se simbolica.
La grande maggioranza della gente non vuole il Far west ma chiede solo la fermezza nel rispetto delle leggi, senza alcun accanimento soggettivo. Esistono delle pene previste dal codice e irrogate dalla magistratura nell'ambito di procedure preordinate dalla cui osservanza è la società nel suo complesso che trae beneficio.
In un'acuta e documentata intervista della nostra Alessandra Ricciardi a Rado Fonda, direttore della società demoscopica Swg, pubblicata mercoledì scorso da ItaliaOggi e relativa alle ultime rilevazioni demoscopiche sulle intenzioni di voto a favore dei vari partiti, l'Swg aveva anche rilevato che è in crescita in Italia l'insoddisfazione generale sulla situazione economica, politica e sociale che l'istituto di ricerca triestino ha valutato come molto preoccupante potendo sboccare in rivolte tipo i «gilet gialli» in Francia, che oltralpe sono state tutt'altro che domate ma che continuano a bollire sotto la cenere. Non a caso l'Italia, fra tutti i paesi europei, si pone subito dopo la Francia nella graduatoria dei paesi più inquieti, nei quali, in ogni momento, potrebbe succedere il peggio che, una volta innescato, potrebbe essere difficilmente domato.
La responsabilità di questo atteggiamento, che potrebbe avere pesanti conseguenze sulla tenuta complessiva del paese, è dovuta sicuramente a tante cause, prima fra tutte una crisi economica che, ancor oggi, ci ha impedito di raggiungere il livello di benessere di dieci anni fa, ma esso è anche dovuto alla irrisolta e spesso pretestuosa rissosità di tipo ideologico espressa dalle grandi forze politiche nazionali, che si dimostrano incapaci, pur nel rispetto dei loro convincimenti, di raggiungere compromessi onorevoli e di calmare il gioco. Esse preferiscono invece aizzarlo, nella speranza di trarre, da questo confronto esasperato, un utile di parte che non ci sarà, purtroppo.