Vittoria al referendum; parlano gli M5S Daniele Pesco e Ferdinando Alberti
La gente è stanca dei jingle renziani, vuole fatti.
Daniele: la più grande soddisfazione è quella di appartenere al popolo italiano che ha dimostrato di essere in grado di riconoscere e di proteggere autonomamente i propri diritti costituzionali; ha inoltre dato prova di sensibilità e attenzione, indispensabili per chi non si lascia abbindolare dagli slogan del governante di turno. Probabilmente 20 anni di berlusconismo e 3 di Renzi han lasciato il segno. I cittadini sono stanchi della politica degli slogan, di certi messaggi subliminali, dei jingle renziani. Ora vogliono i fatti e vogliono vivere meglio, nel rispetto della Costituzione che può anche essere modificata, ma va soprattutto attuata nei suoi tanti principi che i partiti calpestano ogni giorno.
Daniele: La risposta tranquilla dei mercati è prova che le minacce finanziarie apocalittiche dei giorni scorsi erano infondate e fraudolentemente strumentali, orchestrate dall’ormai ex premier per racimolare qualche voto in più.
Dino: Ieri notte voci di corridoio lasciavano intendere che per MPS non ci sarebbe stato più alcun futuro. Le famigerate “banche coraggiose”, capitanate da JPMorgan, sarebbero in procinto di mollare tutto. Se questo dovesse accadere, riteniamo Renzi e il suo governo ulteriormente responsabili, perché è stata una precisa scelta politica quella di ritardare fino ad oggi l’intervento risolutivo su MPS. Ricordiamolo, il famoso piano era pronto a luglio, ma anche il M5S aveva già avanzato da tempo diverse proposte.
Daniele: Ora bisogna solo andare a votare con una legge elettorale che rispetti la Costituzione e che oggi non c’è. Una legge molto semplice, ma indigeribile per l’attuale maggioranza parlamentare che, visti i precedenti, non ha dimostrato di avere la volontà di rispettare la sovranità popolare.
Speriamo solo che lo schiaffo che i deputati e i senatori PD hanno preso con questa risposta referendaria permetta loro di capire che i cittadini esigono rispetto dei diritti e delle regole e che sono stanchi di questi abusi continui.
Dino: Potremmo andare ad elezioni per la Camera con un Italicum modificato dalla Consulta e ulteriormente corretto per il Senato: per assurdo le nuove leggi elettorali, finalmente rispettose del dettato costituzionale, usciranno dalla Consulta e non dal Parlamento né dal Governo! Noi siamo per il rispetto delle prerogative delle Camera, ma è il colmo che un Governo con il mantra frenetico del “fare a tutti costi” (anche male) non sia riuscito a produrre uno straccio di legge elettorale degna di tale nome.
Dino: Ultima cosa: 32 milioni di persone sono andate ai seggi non per confermare o sfiduciare il Governo Renzi, ma per scegliere se mantenere la Costituzione del ‘48 intatta o accettare la modifica proposta dal Governo. Voglio credere che la maggior parte degli italiani si sia espressa sulla Costituzione e non su Renzi. Purtroppo, come sempre accade, il Premier ha voluto fare del referendum una sorta di “voto di fiducia” su se stesso abusando del suo ruolo e insultando l’intelligenza dei cittadini. Ha ricevuto la risposta di massa che meritava. Anche per questo motivo, le dimissioni del premier sono per me come una sorta di liberazione da un ingombrante, imbarazzante e arrogante capo del governo.