Politica
Paolo Gentiloni si candida a leader del centro-sinistra

Gentiloni si "sacrifica" per la causa
Siparietto encomiabile ieri sera da Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La 7,
ospite l’ex primo ministro Paolo Gentiloni. In studio, anche Paolo Mieli.
Dopo il solito periodo di giri di parole, salamelecchi, piccoli avanzamenti tattici con immediate conseguenti ritirate strategiche, la Gruber, fiancheggiata dall’ironico Mieli è riuscita a mettere nell’angolo quello che pare il prototipo archetipale di tutti i democristiani. E così tra smorfie di fastidio, tentativi di appoggio morbido a grandi ideologie, tentennamenti, alla fine ha ceduto. Alla domanda secca della giornalista altoatesina, “ma lei vuole a fare il leader del Pd?” Gentiloni, dapprima ha detto che lui non farebbe nulla di sua iniziativa, ma se proprio glielo chiedono la risposta sarebbe “sì, sono disposto”. Apriti cielo! L’ha detto.
Neppure il tempo per i due giornalisti di auto-congratularsi per l’impresa che l’ex primo ministro ha aggiunto, come supplemento della rivelazione: «Noi dobbiamo ripartire da un'alleanza per l'alternativa». Troppa grazia!
Gentiloni è stato finalmente chiaro. Lui non vorrebbe assolutamente affaticarsi nell’improbo compito di guidare il centro-sinistra italiano, ma se proprio glielo chiedono non solo lo farà, ma vorrà anche allargare la coalizione e subito il pensiero va al “Manifesto” non di Carlo Marx (come ha fatto notare argutamente Matteo Orfini) ma bensì quello molto più prosaico di Carlo Calenda per una “alleanza repubblicana” che anch’essa mira a superare il Pd e Renzi (e pure Romano Prodi l’ha detto). Vuoi vedere che i tre si sono parlati o se no lo faranno a breve?