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Politica
Parlamento, come cambia il regolamento della Camera. Tutte le modifiche

Parlamento, come cambia il regolamento della Camera. I "correttivi"

L’arrivo del nuovo anno, oltre che decisivo per l’entrata in vigore di alcune riforme, segnerà anche l’adozione delle poche e – ritardatarie – modifiche al regolamento della Camera. Nella seduta dello scorso 30 novembre, infatti, anche il ramo del Parlamento di Palazzo Madama ha approvato una parziale riforma del proprio regolamento: uno di quei cosiddetti “correttivi” resisi necessari a seguito della riduzione del numero dei parlamentari al fine di assicurare il corretto funzionamento dell’aula e dei suoi vari organi interni.

Un’operazione, come si è detto sopra, ritardataria e parziale, compiuta “in corsa” all’insediarsi della nuova legislatura. Nella seduta dello scorso 15 novembre il presidente Lorenzo Fontana ha specificato che le riforme al regolamento in discussione sono riferibili a un cosiddetto “primo binario” contenente solo le modifiche essenziali, aggiustamenti numerici conseguenti alla riduzione del numero dei deputati. Si prospetterebbe, però, un “secondo binario” di riforme più sostanziali che, si legge dai resoconti delle sedute della giunta, avrà tempi più lunghi.

Parlamento, come cambia il regolamento della Camera. Tutte le modifiche

L’esito dei lavori legati alla revisione del regolamento di Montecitorio è dato dalla modifica di pochissimi elementi: per la precisione gli articoli oggetto di revisione sono stati 24 (quindi meno della metà) e i commi 31. Come già anticipato, i cambiamenti apportati vanno a modificare solo le soglie numeriche in quei casi in cui nel regolamento erano indicati numeri puntuali, mentre non cambia nulla per quanto riguarda soglie di carattere formale, ossia i casi in cui non è specificato un numero esatto ma si fa riferimento a quote variabili come ad esempio la “maggioranza dei presenti”.

Tra le modifiche più rilevanti c'è la riduzione del numero minimo di aderenti per formare un gruppo autonomo che passa da 20 deputati a 14, con una percentuale del 3,5%. La riforma del regolamento ha abbassato di conseguenza anche la soglia minima di aderenti per la formazione di componenti interne al gruppo misto che passa da 10 a 7 deputati. Scende poi da 30 a 20 il numero di componenti della giunta per le elezioni e da 21 a 15 quello della giunta per le autorizzazioni a procedere.

Il nuovo regolamento prevede poi l’abbassamento di altre soglie numeriche: ad esempio scende da 10 a 7 il numero di deputati che possono presentare la questione pregiudiziale (la richiesta cioè che un dato argomento non venga discusso) o la questione sospensiva (il rinvio della discussione al raggiungimento di determinati traguardi), anche quando la discussione è già iniziata. Scende poi da 20 a 14 il numero di deputati che possono richiedere la verifica del numero legale in assemblea; diminuisce infine da 10 a 7 anche il numero di deputati richiesto affinché sia dichiarata l’urgenza di un progetto di legge e si passi così a un iter di discussione semplificato.

Camera, quando entrano in vigore le modifiche al regolamento

Non tutte le modifiche introdotte avranno la stessa entrata in vigore. Mentre la maggior parte, infatti, troverà applicazione con l’inizio del 2023, per le variazioni relative alle soglie per la costituzione di nuovi gruppi o di componenti del gruppo misto si dovrà attendere l’inizio della prossima legislatura. Stesso destino anche per la modifica del numero dei componenti della giunta per le elezioni e di quella per le autorizzazioni. I gruppi, le giunte, le commissioni e gli altri organi della camera infatti si sono già costituiti e si è scelto di non modificarne la composizione. 

Parlamento, il “nuovo” regolamento della Camera e le questioni ancora aperte

Oltre a ciò, il carattere parziale delle modifiche relative al regolamento della Camera si riscontra anche nel fatto che molte questioni sono rimaste insolute. Tra queste, ad esempio, la possibilità di introdurre interventi volti a scoraggiare il fenomeno dei cambi di gruppo (o trasformismo). Ancora tutta da definire poi la questione degli organi bicamerali dove senza una revisione dei regolamenti i gruppi meno consistenti della camera rischiano di essere sottorappresentati, e l’eventuale riduzione dei componenti l’ufficio di presidenza, con riferimento alla figura dei segretari.

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