Politica
Pd, capibastone e cacicchi: sempre loro. Alla fine anche Schlein sotto scacco
Viaggio nel Pd dove il rinnovamento sembra di facciata
Ma anche la rediviva creatura del vecchio fondatore del partito Walter Veltroni ( che malgrado assai preso dalla sua nuova attività di giornalista scrittore e produttore televisivo, certamente, come si vocifera da tempo, da dietro le quinte continua ad avere un peso importante all’interno delle gerarchie del partito, malgrado le sue recenti) Marianna Madia si vocifera potrà avere presto una nuova visibilità nel partito, dopo mesi di oscuro lavoro in parlamento, dopo i fasti ( si fa per dire chiaramente) ministeriali di qualche anno fa. Per non parlare del vero segretario in ombra del partito di Via del Nazareno, da almeno un decennio, quel Dario Franceschini, un pò più ombroso del solito, senza la sua bella poltrona ministeriale, ma sempre assai potente nelle gerarchie del partito, che non ci pensa nemmeno a rinunciare alla sua corrente e che porta a casa tra i diciassette e i venti componenti della nuova direzione del partito. Lui è membro di diritto, sua moglie Michela Di Biase, che avrebbe convinto il marito inizialmente scettico a puntare sulla Schlein, è stata invece votata.
Certo una spolverata di novità c’è, come il toscano e aggressivo Marco Furfaro, per esempio, che da molti è dato per certo come numero due della neo segretaria, di cui è un fedelissimo, che ha visto bene di piazzare in direzione anche la sua compagna, Maria Pia Pizzolante (non si sa mai come va a finire meglio prevenire) e poi la sardina Mattia Sartori, che ammette candidamente di coltivare marjuana in casa e che ha fatto un interpellanza in comune per l’assalto di un cane a due oche ( se questo è il nuovo che avanza nel pd, sarebbe da dire arridateci quelli di prima). Ma in direzione c’è anche un’altra ex “sardina”, la 41enne calabrese Jasmine Cristallo.
E poi Marwa Mahmoud, nata nel 1984 in Egitto e cittadina italiana, consigliera comunale a Reggio Emilia e fondatrice del movimento “Italiani senza cittadinanza”. Insomma una spruzzata di volti nuovi ( si fa per dire) giusto per dare una idea di rinnovamento, ma con quella strana sensazione che si tratta di un semplice maquillage per cercare di recuperare un po’ di consenso a sinistra, in attesa che le gente magari si stufi della Meloni, per poi ritornare a dettare legge, muovendo magari a proprio piacimento i fili delle povera Schlein, che farà la figura meschina che hanno fatto tutti gli ultimi segretari post Renzi. A rafforzare questa tesi la “benedizione” ricevuta dalla segretaria da parte di Goffredo Bettini, così come aveva fatto con Bersani, Renzi, Martina, Zingaretti e Letta. Insomma, non proprio precedenti troppo rassicuranti per il futuro della neo segretaria.